VALLE CAUDINA- Assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di maltrattamenti ai danni della mamma e tentata estorsione aggravata ai danni della stessa congiunta. Questa la decisione del Tribunale Collegiale di Avellino (presidente Gian Piero Scarlato) all’esito della discussione della vicenda giudiziaria nata dalla denuncia proprio della donna, che aveva registrato nel corso dell’istruttoria dibattimentale il sostanziale
“dietrofront” rispetto alle accuse da parte della vittima dell’uomo, la mamma. Al termine della sua requisitoria il pm della Procura di Avellino Cecilia Annecchini aveva chiesto due anni per il reato di maltrattamenti e l’assoluzione per il reato di tentata estorsione. La difesa, l’avvocato Costantino Ricci ha chiesto l’assoluzione, non solo alla luce della sostanziale rittattazione in aula ma anche delle altre testimonianze raccolte nel corso dell’istruttoria. Alla fine c’è stata la sentenza di assoluzione. Decisiva la scelta della vittima? Bisognera’ attendere come sempre in questi casi le motivazioni dela semtenza. Intanto la donna che, dopo aver già ritirato la querela contro suo figlio, tratto in arresto (era ai domiciliari) qualche mese fa aveva “ritrattato” in lacrime davanti ai magistrati le accuse che avevano portato all’ incriminazione del figlio. La donna si era trovata faccia a faccia con il suo ragazzo. E non aveva temuto, nonostante la delicatezza del presidente Scarlato di fronte ad una vicenda così triste, anche le ripetute sollecitazioni ad osservare il giuramento di dire la verità, nonostante fosse comprensibile la marcia indietro rispetto all’epilogo della vicenda. L’anziana aveva negato che ci fossero stati episodi più gravi di quelli in un perimetro di conflittualità familiare. “Ma lei alla domanda su quanto temesse suo figlio da uno a dieci ha risposto sette gli aveva chiesto il pm in aula : adesso quanto lo teme”. La risposta della presunta “vittima” e’ stata chiara: adesso non temo mio figlio. Negando poi gli episodi più violenti di tutta la vicenda. A partire dai presunti colpi in testa rimediati in alcune occasioni. La donna ha ripetuto di aver fatto accuse ma mai di aver parlato di colpi in testa e soprattutto che non poteva vivere sola. Avendo la necessità alla sua età di avere suo figlio.
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