Di seguito la nota di Francesco Todisco, coordinatore dell’area “Un Senso Alla Nostra Storia”, sull’ esito imprevisto dell’Assemblea di ieri.
“Senza nessuna presunzione, ma è accaduto quanto avevamo previsto. Avevamo detto che le dimissioni di De Blasio erano una necessità, non rispetto alla mozione di sfiducia, ma rispetto a mesi di scelte sbagliate condivise da una maggioranza tenuta insieme da una colla di interessi venuta meno con le elezioni regionali. Dimissioni necessarie per lo stato di ingovernabilità a cui è stato condannato il partito da queste scelte.
Il voto in assemblea ha fotografato in modo perfetto questo stato di cose – ha continuato Todisco – al di là di statuti e regolamenti, l’unica regola che vale in un partito, quella della politica, ci dice che il segretario non gode più di una maggioranza per poter governare. D’altronde se 46 componenti dell’assemblea hanno potuto approvare la lista per le elezioni regionali, sembrerebbe strano, se non assurdo, che con 50 voti contrari e 2 astenuti, si possa continuare a fare il segretario come se nulla fosse accaduto.
Ora, è il momento della politica.
Occorre sgomberare il campo da un arroccamento di un segretario che immagini di poter restare senza una maggioranza. Occorre però anche evitare il sospetto che una minoranza possa occupare il partito per via commissariale.
Il PD non può sopportare ulteriormente, e nell’imminenza di una verifica elettorale, uno stato di conflitto permanente, di conta infinita, di diatribe regolamentari e statutarie.
E’ necessario sperimentare la possibilità di soluzioni, per quanto transitorie, condivise, per poi rassegnare al partito un confronto su distinzioni che siano politiche.
Ed esiste una sola proposta che possa farci uscire da questo caos. Le componenti, tutte, quelle che hanno votato la mozione di sfiducia e quelle che hanno deciso di non partecipare al voto, cerchino insieme un percorso che possa garantire al partito un governo “straordinario” in vista delle prossime elezioni amministrative e di complicatissime vicende, dal comune di Avellino fino ai vari enti di servizio. Questa il terreno che prepara la strada a un normale confronto congressuale, con regole che lo garantiscano” ha concluso Todisco.