Serie C, fine della corsa: può iniziare la fase 2 dell’Avellino

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di Claudio De Vito. L’Assemblea dei club di Lega Pro andata in scena ieri si trascina dietro certezze, poche, ed interrogativi, troppi, come nelle previsioni. Il dato certo è che la Serie C si fermerà con la benedizione del Consiglio Federale in attesa di nuova convocazione dopo lo slittamento a data da destinarsi. Su 59 società (la Juve Under 23 non ha diritto di voto), la Reggiana ha votato contro lo stop definitivo mentre 6 si sono astenute.

Quanto basta per assicurare alla proposta cardine una maggioranza assoluta (registrata anche per la salita in cadetteria di Vicenza, Monza e Reggina), la quale invece non è stata raggiunta per quel che riguarda il criterio per la quarta promozione in Serie B. Depennata in partenza la stravagante opzione del sorteggio, l’Assemblea si spaccata sul parametro del merito sportivo – la media punti – suggerito dalla Uefa.

Modalità che premierebbe il Carpi (2.038 di media su 26 gare) clamorosamente in vantaggio di 0.001 sulla Reggiana (2.037 in 27 partite), mentre il Bari è terzo nella speciale classifica a quota 2 (30 turni disputati) e ritiene inapplicabile il criterio perché le contendenti non si sono messe alle spalle lo stesso numero di giornate di campionato. Ed è curioso come, in vista di probabili schermaglie nei tribunali sportivi, Carpi e Bari condividano lo stesso legale di fiducia, vale a dire Mattia Grassani.

Il Consiglio Federale non potrà non tenere conto della diversità di vedute sull’argomento in considerazione del fatto che soltanto 23 club si espressi a favore del merito sportivo e 16 addirittura hanno votato per tornare in campo per la disputa dei playoff (17 astenuti e 3 contrari al parametro della media punti). Ma il presidente Figc Gabriele Gravina avrà il suo bel da fare anche per quanto riguarda il blocco delle retrocessioni dalla C e quello dei ripescaggi dalla Lega Nazionale Dilettanti, approvati sì a maggioranza assoluta ma che vanno ad intaccare gli equilibri con la LND.

In tal senso il 34% di rappresentanza LND in Consiglio Federale avrà il suo peso, a fronte del 17% targato Lega Pro. L’organo decisorio della Federcalcio adotterà un sistema omogeneo per tutte le categorie. Pertanto se Serie A e B rispetteranno il format che prevede promozioni e retrocessioni, dovrà farlo anche la terza serie professionistica.

E l’Avellino come si è comportato? Ha votato per la sospensione della Lega Pro, al blocco dei ripescaggi dalla serie D, al blocco delle retrocessioni e alla promozione diretta in serie B delle capolista di ogni girone. Per quel che riguarda l’ammissione alla serie B della quarta squadra, il club biancoverde si è allineato al parametro guida della promozione per meriti sportivi. Ha fatto il suo dovere in Assemblea e ora può proiettarsi al futuro prossimo. Ma non troppo in là perché non si ancora che tipo di campionato si andrà a giocare l’anno prossimo.

Archiviata l’Assemblea e preso atto del termine anticipato della stagione, patron Angelo D’Agostino infatti andrà a negoziare con i tesserati il taglio degli stipendi per il quadrimestre marzo-giugno. Per quei calciatori con ingaggio entro i 50mila euro lordi annui però si potrà usufruire della cassa integrazione in deroga, attesa all’interno del decreto “Cura Italia 2”.

Il campionato 2019/2020 non riprenderà, ma resta il diritto-dovere per gli atleti di tornare a sostenere almeno gli allenamenti. Servirà in tal senso un protocollo ad hoc, per poi prevederne uno specifico per la ripresa delle ostilità relative al torneo 2020/2021 di cui non si conosce ancora il format. La riforma degli organici dalla B a scendere resta piuttosto complessa da varare nell’immediato.