Assemblea Controvento, per De Mita “un’opportunità”. Picone e Bellizzi: “Non ci candideremo”

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Renato Spiniello – Dai rappresentanti di Palazzo Santa Lucia Rosetta D’Amelio, Salvatore Alaia e Francesco Todisco, agli ex Consiglieri Comunali di Avellino Nello Pizza, Alberto Bilotta, Nicola Giordano, Ettore Iacovacci, Adriana Percopo, Ida Grella, Ivo Capone, Enza Ambrosone e Luca Cipriano, passando per i segretari di Pd e Popolari Giuseppe Di Guglielmo e Giuseppe Del Giudice, gli ex parlamentari Enzo De Luca e Giancarlo Giordano e l’ex Premier Ciriaco De Mita.

Generoso Picone e Gennaro Bellizzi

Sono in molti a rispondere all’appello lanciato dal Presidente e dal Vicepresidente dell’associazione Controvento Generoso Picone e Gennaro Bellizzi, i quali, aprendo il dibattito, hanno voluto sottolineare: “Alla città servono soluzioni, non ambizioni. Noi non ci candideremo, vogliamo semplicemente costruire un percorso partendo dai programmi e dalle idee per la città”. “Un’assemblea della quale c’era bisogno – ammette l’ex deputato Giancarlo Giordano – ora però occorre convocarne un’altra per stabilire regole e criteri precisi”.

Presente, tra gli altri, anche l’ex deputato Giuseppe De Mita che ammette: “Oggi inizia un percorso non semplice, quello di rigenerazione di un’area politica. Quest’assemblea è già di per sè un evento: dobbiamo risalire nel tempo per ritrovare un momento di confronto tra politica, associazioni e cittadini, in cui, pur partendo da posizioni diverse, si cerca di ragionare sul futuro di Avellino e, spero, anche dell’Irpinia e della Regione”.

Per l’ex Vicepresidente della Campania l’obiettivo è costruire un perimetro “che non sia un recinto, ma un luogo di discussione. Le proposte di Gianluca Festa e Luca Cipriano sono personalistiche più che politiche e quindi estranee a questo percorso”.

La strada dell’unità, secondo De Mita, è tuttavia praticabile: “Dopo il 4 marzo tutte le forze politiche si sono sentite sbandate e i vecchi equilibri saltati. Dopo quel voto c’è stata l’illusione del civismo, ma era solo un passaggio che andava verso la ripoliticizzazione. Il civismo, e lo abbiamo detto ben prima del 4 marzo, è destinato ad avere vita breve.

La sala del centro sociale “Della Porta”

Avellino – prosegue ancora l’importante esponente dei Popolari – è l’unico capoluogo di provincia campano in cui si vota, per giunta esce da un’esperienza dei Cinque Stelle. Può essere un laboratorio importante, ma bisogna partire da un’attenta autocritica. Dobbiamo rimettere in discussione tutto, anche mancinismo e demitismo, che forse è stata una devianza andata oltre la volontà di De Mita e Mancino stessi. Forse sono stati gli epigoni, o presunti tali, a determinare la torsione”.

Giuseppe De Mita, infine, si rivolge alla Sinistra invitandola a essere “meno velleitaria e più concreta. Questo è un percorso che rimette in discussione tutti. Credo che questa modalità di confronto pubblico può essere adottata da tutte le forze coinvolte per alimentare il dibattito. La politica si fa così, forse è proprio questo che è mancato alle ultime amministrative con l’indicazione di Nello Pizza e una coalizione vista dai più come un’esigenza numerica”.