Assalto ai bancomat, il luogotenente: così abbiamo scoperto la banda

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AVELLINO- Incrocio di celle telefoniche e telefoni, immagini della “videosorveglianza”, appostamenti e perquisizioni. Mesi di lavoro per incastrare la banda della “marmotta”, una batteria composta da pregiudicati in prevalenza giunti dal foggiano che colpivano con la tecnica esplosiva così nota (quella della marmotta) per far saltare bancomat e postamat non solo in Campania (Avellino e Benevento) ma anche nel Lazio e come scoperto nel corso delle indagini fino a Figline Valdarno, dove una segnalazione per una denuncia di detenzione di esplosivi aveva indirizzato gli investigatori. A raccontare in aula, davanti al Collegio presieduto dal giudice Lucio Galeota, rispondendo alle domande del sostituto procuratore Antonella Salvatore, la genesi delle indagini che hanno portato nell’agosto del 2022 al blitz scattato tra Foggia e Avellino da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Avellino uno degli investigatori. Una parte dei tredici indagati ha scelto il rito ordinario e nell’aprile scorso e’ stata rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi. I cinque rispondono a vario titolo dei reati di “associazione per delinquere” finalizzata alla “fabbricazione, porto e ricettazione di esplosivo e materiale esplodente”, “furto aggravato” e “ricettazione” in danno di istituti bancari ed uffici postali. Ieri mattina nell’aula Nunziante Scibellli e’ iniziato il processo con l’esame di due investigatori della Sezione Operativa dei Carabinieri della Compagnia di Avellino che da settembre 2020 hanno condotto gli accertamenti. A partire da un luogotenente in servizio presso la Sezione Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Avellino.

Tutta l’indagine era partita il 26 settembre 2020, quando intorno alle due di notte una violenta esplosione allo sportello della locale filiale della Bper aveva coinvolto sia il vicino Comune che l’ufficio postale. “Dalla visualizzazione delle immagini-ha raccontato il luogotenente- siamo riusciti ad identificare i tre veicoli usati dalla banda, composta da almeno quattro persone. Una delle vetture era stata rubata nel vicino comune di Montesarchio. Dagli accertamenti su una delle vetture siamo risaliti in Puglia, perche’ pochi giorni dopo era stata posta sotto sequestro a carico della compagna di uno degli odierni imputati. La vettura rubata era stata abbandonata durante la fuga. Gli accertamenti sull’esplosivo permettevano di appurare che era stata utilizzata la cosiddetta tecnica della marmotta, ossia quella che consente di far saltare in aria gli sportelli bancomat o postamat. Dalla visione delle immagini si notava che uno dei soggetti conferiva telefonicamente. Cosi’ erano captate le utenze su quella zona e risultavano alcune utenze dedicate e con questa prima attività grazie al Nucleo Investigativo, abbiamo appurato che gli autori degli assalti ai bancomat partivano da Foggia fino ad arrivare in tutto il territorio e le stesse utenze risultavano presenti anche in altre località Ceppaloni, Pannarano e Tivoli dove erano avvenuti colpi con la stessa tecnica”.
Si passa alla seconda fase, quando come ha raccontato l’investigatore “Venivano attenzionati alcuni soggetti provenienti dal foggiano ed erano in contatto tra loro mediante call conference e chiamate di gruppo. Tutte queste 4 utenze intestate a stranieri che non erano raggiungibili. Ho svolto anche l’ attività di controllo di questi soggetti rilevati in banca data Sdi. Vi era una nota dei Carabinieri di Figline Valdarno per possesso di materiale esplosivo per tre dei soggetti per usare molto probabilmente la stessa tecnica nell’ascolto agli sportelli bancomat”. Non solo, decisiva era stata anche l’identificazione del “basista” della banda:
Con contatti movimenti e celle si e’ arrivati a.. individuato come basista della banda. Era uno dei soggetti che dava disponibilità ad ospitare il gruppo. Lo stesso era stato già identificato perché c’era una Lancia Musa in uso a lui, soggetto già noto alle forze di polizia, nei pressi del luogo dell’esplosione. Durante l’ attività veniva effettuata una perquisizione, e dopo la stessa, nei nostri uffici fornivano dichiarazioni anche alla presenza dei loro difensori di fiducia”. La prossima udienza sara’ celebrata il 2 novembre. Tocchera’ ai difensori dei quattro imputati, l’avvocato Rolando Iorio, rappresentato in aula alla scorsa udienza dall’avvocato Pierpaolo Castellitto, l’avvocato Ettore Censano e Michele Dell’Aquila, l’avvocato Rosario Marino, rappresentato in aula dall’avvocato Antonio Berardi ed Elena Cosina controesaminare gli investigatori.