Di seguito la nota del Gruppo Politico “Progetto Sant’Angelo”:
“Pregiatissima Provveditrice, le scriviamo a nome di tutta la comunità di Sant’Angelo a Scala (AV), per comunicare un nostro disagio dovuto alla soppressione del turno pomeridiano della scuola di infanzia. Decisione che potrà rispondere alle esigenze ragionieristiche del mondo scuola che per certi versi siamo propensi a capire, ma non ad accettare. Vede, la nostra piccola comunità di montagna sta in quest’ultimo decennio attraversando numerose difficoltà dovute sempre di più alle sbandierate esigenze “contabili” del nostro Stato, che riduce con continuità l’erogazione delle risorse economiche di un piccolo comune, risorse ritenute indispensabili alla sopravvivenza di questa comunità.
Ebbene, questa decisione giustificata dalla “razionalizzazione” sta diventando causa di un continuo e lento spopolamento del nostro paesino; infatti se consideriamo che all’anagrafe sono registrati di fatto 700 residenti, nella realtà sono poco più della metà, questo perché i giovani annualmente sono invogliati ad andare altrove a costruire il loro futuro. Quest’ultimo aspetto ha determinato, qualche anno fa, purtroppo per noi, la chiusura della scuola primaria, poiché l’esiguo numero di iscritti ha generato il fenomeno delle pluriclassi, ed i genitori mossi dal garantire ai propri figli un diritto allo studio più puntuale, presente e costante rispetto all’offerta di una pluriclasse, sono andati a cercare formazione in altre scuole, nei comuni limitrofi. In altri termini queste decisioni porteranno inevitabilmente alla scomparsa dell’ultimo baluardo scolastico di questa Collettività che si vede lentamente sgretolare nelle fondamenta, avremo per l’ennesima volta un esodo verso altri lidi, poiché le madri lavoratrici si dovranno confrontare con le proprie esigenze di vita e la scelta cadrà inesorabilmente sulle necessità lavorative più che personali. A fronte dei 10 attuali bambini iscritti quest’anno, avremmo probabilmente una riduzione che metterà in discussione l’esistenza futura della stessa scuola.
Il paradosso è che lo Stato, da una parte, promulga e promuove leggi, come quella dei piccoli comuni, al fine di evitare lo spopolamento degli stessi e dall’altro, lo favorisce eliminando gli unici luoghi di formazione e di cultura. Questa decisione è stata presa nella piena autonomia scolastica, di cui riconosciamo l’indipendenza gestionale, anche se avrà purtroppo sull’intera collettività, effetti nefasti, in quanto la scuola e la parrocchia rappresentano attualmente gli unici centri di cultura ed aggregazione della nostra realtà civile.
Un confronto con le istituzioni locali sarebbe stato più che auspicabile, dimostrando in questo caso il vero valore della razionalità; ma, l’assenza di comunicazioni ufficiali agli unici veri interessati, cioè i cittadini, attraverso l’Amministrazione Comunale locale, anch’essa all’oscuro di tutto, ci induce a pensare che questo modo di agire, sotto certi aspetti irrispettoso ed autoritario verso questa Comunità, è più vicino alle istituzioni autarchiche del passato, che al mondo della scuola, che fa del confronto e del dialogo, la forza formativa del mondo civile. Questa cittadinanza continua ad essere offesa e schiaffeggiata, nella propria dignità di Comunità, da chi in realtà ha il ruolo di garantire, attraverso politiche scolastiche, non il profitto economico ma quello formativo, culturale e sociale. Assicuriamo che, non accetteremo passivamente decisioni che si ripercuoteranno sul futuro di questo paese, in quanto siamo consapevoli che le sorti del nostro paese dipendono solo da noi. A breve convocheremo un Consiglio Comunale Straordinario, aperto a tutti coloro che vorranno esserci d’aiuto in questa impari lotta. In attesa di un confronto che, possa auspicare una soluzione al problema, si porge a Lei e a ciò che rappresenta, i nostri distinti saluti.”