Torna questa mattina in Prefettura la vertenza del Cgs, il braccio operativo dell’Asi specializzato nella depurazione ed in altri servizi alle aziende.
Il rappresentante di Governo Maria Tirone ha convocato i vertici dell’Asi ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per “la conclusione del procedimento mediante presa d’atto del non raggiungimento della conciliazione che costituisce il presupposto per poter indire legittimamente lo sciopero”.
Al momento, dunque, l’astensione dal lavoro, con conseguente blocco delle attività, in primis dello smaltimento dei reflui aziendali, per il giorno 15 febbraio risulta – secondo il Prefetto Tirone – “non legittimamente proclamata”. La sottoscrizione del mancato accordo darebbe, invece, il via libera alla possibilità di indire lo sciopero secondo la procedura prevista per i servizi pubblici essenziali.
A tenere banco, però, è la polemica di alcuni rappresentanti sindacali e dei lavoratori nei confronti del Comitato direttivo dell’Asi che – nonostante la drammatica situazione finanziaria dell’ente e della sua partecipata specializzata nella depurazione – hanno concesso il premio di risultato ai dipendenti dell’Asi. Un provvedimento che arriva in una fase in cui l’Asi e la sua partecipata specializzata nella depurazione sono sull’orlo del baratro: l’ente ha 14,5 milioni di euro di debiti – recentemente ridotti a 7,5 milioni grazie ad accordi con i creditori e ricavi per la vendita di quattro capannoni e 18 terreni edificabili – e non ha ricavi strutturali che consentano di assumere impegni certi di pagamento.
La decisione del Comitato direttivo è stata assunta con una delibera del 23 gennaio che prevede di “erogare al personale dipendente il premio di risultato e produttività nella misura del 100%”. Il provvedimento assicura la corresponsione del massimo previsto nonostante, per l’anno 2017, non siano stati definiti gli obiettivi da raggiungere per l’accesso al premio di produzione. L’anno precedente, invece, nelle stesse condizioni di obiettivi non definiti, agli addetti dell’Asi era stato concesso solo il 60% del premio di risultato. A partire dal 2017, però, è stata definita un’intesa con le organizzazioni sindacali che prevede la riduzione del salario accessorio da 110mila euro annui a 40mila euro annui.