“Convenzione degli Indocili” in Irpinia, con il film-documentario di Michele Vietri e il libro di Antonello Cresti

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La “Convenzione degli Indocili” arriva in Campania per sette appuntamenti dedicati alla “Fuga dal pensiero unico”. Tra saggistica, cinema e dibattito, la “Re-voluzione” degli Indocili sfida la globalizzazione.

La Convenzione degli Indocili, nata lo scorso gennaio, sta già facendo parlare di sé l’Italia grazie al successo degli incontri di Firenze, Bologna, Rimini a gennaio e a marzo. Il motivo è presto detto, l’oggetto fondamentale della discussione culturale promossa dalla Convenzione fondata dal saggista fiorentino Antonello Cresti è, infatti, la “fuga dal pensiero unico” di matrice neoliberista, la creazione di un nuovo immaginario alternativo a quello dominante.

Come saggista Cresti si è sempre occupato delle “musiche altre”, di quei generi, artisti e gruppi avulsi da ogni discorso commerciale e immersi nella propria personale ricerca; tante le perle così scoperte dall’autore che ha deciso di mobilitare ad un livello più ampio le intelligenze per manifestare l’esistenza e la necessità di un pensiero alternativo a quello dominante, indocile per l’appunto.

Alla chiamata della Convenzione degli Indocili hanno già risposto in tanti come il regista patafisico Michele Vietri. Il desiderio di coinvolgere, scoprendole e rendendole palesi, le realtà locali che innervano il Paese di un pensiero critico, ha creato l’opportunità di un ciclo di incontri che dal 12 al 16 aprile coinvolgeranno la Campania, terra indocile per eccellenza e da sempre culla di illustri pensatori controcorrente.

Queste le date e i luoghi del programma di incontri. Si inizia il 12 aprile, alle 12,30, all’Università di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici (Aula 8, Edificio D3) a Fisciano (Sa) e poi alle 20, a Salerno, presso il Centro Bibliografico Il Libro Analogo Temporary Gallery, via Pio XI 86; il 13 aprile, l’appuntamento è a San Giorgio del Sannio (Bn), alle 19, presso il Circolo Culturale “Il Bibliofilo” in Piazza Immacolata, 4; il 14 aprile la Convenzione si sposta in Irpinia prima a Grottaminarda (Av), ore 10.30, al Caffè Letterario del Castello d’Aquino e poi, alle 20, ad Avellino, al Cinema Partenio in via Verdi. Il 15 aprile è la volta dell’incontro, alle 21, al Centro Culturale “La Piccola Seattle” di Castello del Matese (Ce); la Convenzione termina il suo ciclo campano di incontri il 16 aprile a Napoli, alle 20.30, presso l’ex Asilo Filangieri in Vico Giuseppe Maffei.

Nel corso di ogni incontro sarà proiettato il film-documentario “TENK Iù GLOBALIZESCION (come morire di libero mercato)” diretto dal regista avellinese Michele Vietri e sarà presentato il libro “La Scomparsa della Musica. Musicologia col martello” scritto da Antonello Cresti con il musicologo di fama internazionale Renzo Cresti. Sia Michele Vietri che Antonello Cresti saranno presenti a tutti gli incontri per discutere delle loro opere e della “fuga dal pensiero unico” con i numerosi ospiti che hanno aderito all’invito della Convenzione degli Indocili.

“TENK Iù GLOBALIZESCION”, scritto da Michele Vietri con Sarah Mosole e da lui diretto, ha già partecipato con successo a numerosi festival internazionali, dimostrando l’attenzione che esiste anche fuori dai confini nazionali sul tema della globalizzazione che uccide le culture e le abilità locali, spesso frutto di una cultura millenaria. Partendo dalla storia di una merlettaia di Burano, la cui eccelsa produzione è minacciata da prodotti industriali asiatici venduti indiscriminatamente a Venezia come in ogni altra città d’arte italiana, Vietri rompe il silenzio sulle miserie della globalizzazione, mostra la bellezza della laguna veneziana violentata dal turismo di massa, la sua denuncia vibra di accoramento di fronte alla resa imbelle del mondo contemporaneo.

“La scomparsa della musica. Musicologia col martello” di Antonello Cresti e Renzo Cresti si pone invece il quesito: qual è il ruolo della musica nel mondo contemporaneo? Presente come marmellata sonora ovunque, la musica sembra aver smarrito la sua funzione di collante sociale, narrazione epica collettiva, è scomparsa sotto i colpi delle spinte uniformanti del mercato e delle norme egemoni della società liberale.