Ariano ricorda i caduti di Nassiriya. Il prefetto Tirone: “La memoria passa anche attraverso la toponomastica”

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“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” diceva Primo Levi. E così la città di Ariano Irpino ha voluto ricordare i morti nella strage di Nassiriya dedicando loro una via di fronte alla nuova scuola media Giulio Lusi, in rione Martiri. Un modo per far conoscere alle nuove generazioni la storia. Una storia non molto lontana da noi, quella che ancora non è scritta nei libri, ma che abbiamo vissuto nel ventunesimo secolo.

“E’ importante coltivare la memoria anche attraverso la toponomastica, perché con il tempo la memoria scema e, invece, noi dobbiamo conservare il ricordo” dice il prefetto di Avellino, Maria Tirone.

Il prefetto invoca una riflessione sull’umanità e cita il poeta inglese John Donne nella sua frase più celebre: “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. […] La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”.

Come ricorda il primo cittadino, l’intitolazione della strada è stata decisa nel 2016 dalla giunta Gambacorta nelle more del Contratto di quartiere II per la riqualificazione di rione Martiri.

“Garantire i diritti civili e portare la democrazia anche dove non c’è è da sempre la priorità di tutte le forze, non solo dei carabinieri. Noi siamo sempre in prima linea per ricordare il sacrificio di questi uomini” afferma il colonnello Cagnazzo.

Alla cerimonia erano presenti, oltre al sindaco Domenico Gambacorta, alla sua giunta e al prefetto, le autorità e i rappresentanti delle forze dell’ordine e forze armate tra cui: il colonnello del carabinieri Massimo Cagnazzo; il colonnello della Guardia di finanza, Gennaro Ottaiano; il vice questore e commissario capo di Ariano, Maria Felica; il Procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro, il capitano Andrea Marchese, l’ispettore regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Generale Domenico Cagnazzo; il direttore casa circondariale di Ariano Irpino, Maria Rosaria Casaburo, il comandante polizia penitenziaria di Ariano Irpino Maria Rosaria Iannaccone, in rappresentanza del 232° Reggimento Trasmissioni di Avellino, il tenente Luisa Piccione; il maggiore Pasquale Medici, nella qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Carabineri Sezione di Ariano.

E ancora i volontari della Protezione civile, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa e i tanti studenti della scuola Lusi accorsi a prendere parte alla cerimonia.

Attentato di Nassiriya. Il 12 novembre 2003, a Nassiriya, Iraq, un’autocisterna forzò l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri italiani impegnati nella missione Antica Babilonia, con lo scopo di contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione.

I due uomini a bordo dell’autocisterna fecero esplodere una bomba. La deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni.

Morirono 28 uomini, 9 iracheni e 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili, un cooperatore internazionale e un regista impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese.

E’ stato definito il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi.

Gli eroi italiani caduti sono:

I carabinieri: Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone.

I militari dell’esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi,Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci.

I civili: Marco Beci, cooperante, e Stefano Rolla, regista.

di Maria Giovanna La Porta