“Vogliamo esprimere il nostro dispiacere per la morte dell’amico Pasqualone, così ci piaceva chiamarlo vista la sua grande statura.
Lo abbiamo conosciuto nei giorni del blocco stradale per la chiusura della discarica di Difesa Grande nel 2004. Con i celerini di fronte ci sentivamo un po’ più sicuri vicino a lui. Un vero e proprio gigante buono, sempre disponibile e cordiale.
Conserviamo di lui il ricordo delle passeggiate alla ricerca di origano, di asparagi o lumache. Conoscevamo i problemi lavorativi che hanno reso ancor più instabile una situazione di vita precaria. Abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità fino all’ultimo istante.
È giusto in questo momento astenersi da falsi giudizi ma una cosa è certa, in casi di fragilità esistenziale sono rare quelle persone e quei soggetti istituzionali che si occupano della sofferenza altrui.
Quello di Pasqualone è stato un atto estremo, dettato dalla disperazione di chi non è riuscito più a credere che ci possa essere una via d’uscita o una persona a cui chiedere aiuto.
Le 700 euro trovate nella sua auto sono la misera ricompensa di chi ha lavorato, pregiudicando la propria salute, ed è stato costretto ad ingaggiare un lungo contenzioso pur di far rispettare i propri diritti. Quei soldi lasciati in auto sono quindi anche il simbolo di chi ha deciso di smettere di lottare.
Il ricordo di Pasqualone è importante nella nostra società, quella del finto benessere, dove ognuno vive delle difficoltà ma raramente trova, lungo il suo cammino, la solidarietà.
Bisogna impegnarsi insieme, nella comunità in cui viviamo affinché le Istituzioni e i singoli possano creare una società solidale che non lascia solo nessuno.
Quella stessa disponibilità di cui alcuni hanno approfittato sarà il ricordo che conserveremo di te, ciao Pasqualone”.
Così, in una nota, L’Associazione Ariano in Movimento.