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Area ex Caso: l’Arpac conferma il ritrovamento di tracce inquinanti

Dopo alcuni mesi dal sequestro – operato dalla Guardia di Finanza – i risultati delle prime campionature eseguite dall’Arpac sono inequivocabili: l’area ex Caso presenta allarmanti segnali di inquinamento. È quanto emerge dalle analisi condotte dai tecnici dell’Agenzia regionale Protezione Ambientale della Campania che ha rivenuto oli esausti riversati sul suolo, macerie di pannelli in eternit ormai in fanghiglia, fibre di amianto miscelate ad altri residui tra cui calcinacci e rifiuti di ogni genere. Una vera e propria discarica a cielo aperto, a pochi passi dalla città, che ha destato molta preoccupazione anche tra i residenti di contrada Cerasuolo. L’ex industria di lavorazione del legname fallì negli anni ’90 e da allora non fu praticato nessun intervento di bonifica. “Il Cosmari Av1 non è coinvolto nell’azione giudiziaria – ha precisato il presidente Antonio Caputo – ma in caso di dissequestro saremo chiamati in causa per lo smaltimento dei materiali individuati come pericolosi”. Un’operazione che sarà portata avanti con l’Asa e che provvederà a ‘ripulire’ l’area in questione, oggetto dell’indagine ambientale, da amianto ed elementi tossici. Secondo la campionatura dell’Arpac sarebbe compromesso anche il torrente che scorre a ridosso dello stabilimento in disuso. L’azione di messa in sicurezza dei detriti si è resa indispensabile dopo il blitz delle fiamme gialle. Sulla vicenda, inoltre, la Procura della Repubblica di Avellino ha aperto un fascicolo.

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