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Architetti sul piede di guerra sulla questione “Piazza Libertà”

L’Ordine degli Architetti risponde a Roberto Vanacore, assessore all’Assetto Urbano del Comune di Avellino e incalza la polemica sul progetto di ristrutturazione di Piazza Libertà. “Manca da sempre ogni tipo di confronto. Non si è mai instaurato un dialogo tra l’Amministrazione, le categorie dei professionisti e la città. Il confronto di cui parla l’assessore – si legge nella nota dell’Ordine – non è mai avvenuto. Vanacore è sempre rimasto chiuso nel suo ufficio evitando, da circa un anno, ogni possibile incontro e confronto. Inoltre, dalla stampa abbiamo appreso che l’assessore Vanacore sostiene che questo progetto sia conseguenza della necessità di adeguarsi alle prescrizioni della Sovrintendenza. Cosa non vera, in quanto la Sovrintendenza faceva presente che ogni progetto relativo alla piazza doveva obbligatoriamente avere il suo parere.” “Il progetto di Piazza Libertà – dichiara l’arch. Fulvio Fraternali, presidente dell’Ordine – mi sembra una vera e propria riproposizione del manifesto realizzato nel 1968 dall’Ing. Domenico Fraternali, il quale aveva davvero a cuore il bene della città di Avellino. Lo stesso manifesto, infatti, è divenuto la copertina del catalogo realizzato in occasione del concorso di progettazione per la riqualificazione della Piazza. Il progetto realizzato da Fraternali, aveva come obiettivo quello di riempire il vuoto della piazza mentre l’attuale progetto mi sembra che voglia riproporre nuovamente il concetto di una piazza-deserto.” “Questo progetto sarebbe potuto diventare l’occasione per ricomporre la frattura che, negli ultimi anni, è diventata sempre più evidente tra il centro storico ed il resto della città – continua la nota dell’Ordine-. Va detto, con estrema chiarezza, che Avellino ha definitivamente abbandonato e dimenticato il suo centro storico: una città moderna non può avere un futuro se non recupera, valorizza e rilancia la sua parte più antica. L’attuale progetto non va in questa direzione, anzi, la cosa che immediatamente salta agli occhi è che esso marca ancora più nettamente questa separazione. La piazza appare un corpo estraneo che divide invece di unire: da una parte la città che pulsa, dall’altra quella che si spegne. Il progetto è un’offesa alla città e alla sua storia, a tutte quelle persone che vivono e si battono per il centro storico e vedevano in questo progetto un’importante e decisiva occasione di rilancio, un’offesa a tutti i professionisti (oltre un centinaio e provenienti da tutta Italia) che hanno partecipato e creduto nel concorso di progettazione; è un’offesa a tutti coloro che auspicavano una nuova stagione delle opere pubbliche, fatta di partecipazione e condivisione. Pertanto, tenendo conto che tutte le varie commissioni consiliari hanno provveduto a bocciare l’attuale progetto, la migliore soluzione sarebbe quella di recuperare il progetto vincitore del concorso, inserendo le fontane, simbolo della Piazza e della stessa Avellino, o in alternativa di limitarsi ad un lavoro di restyling necessario, che non gravi più di tanto sui cittadini con un ulteriore sperpero di denaro.”

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