“Avellino inizia a vedere la luce”. È stato l’ex sindaco Gianluca Festa a “strappare” il nastro bianco-rosso che cingeva l’ingresso al Sottopasso di collegamento tra Piazza Garibaldi e via San Leonardo. Da oggi, esattamente alle 11:30, il tunnel è finalmente percorribile dagli automobilisti dopo quasi vent’anni di lavori. La velocità massima consentita sarà di 30 km/h. Esclusi dal passaggio pedoni e ciclisti. All’inaugurazione, oltre all’attuale sindaca Laura Nargi, era presente l’ex primo cittadino con tutta l’amministrazione comunale. Del resto, come ammette lo stesso Festa, che per la prima volta dalla sua scarcerazione risponde alle domande dei giornalisti: “Abbiamo trascorso cinque anni, compreso il periodo del Covid, in cui abbiamo lavorato ogni giorno, insieme all’assessore Genovese, all’ingegnere Cicalese e all’architetto Smiraglia per completare le 88 prescrizioni. Se Omero fosse nato oggi, avrebbe scritto un altro poema, non l’‘Odissea’. Avrebbe scritto la storia del Tunnel di Avellino. Abbiamo completato i lavori, installato i ventilatori, previsto l’uscita di sicurezza e la scala di Piazza Libertà. Abbiamo atteso un anno intero per il collaudo. Sono stati quattro-cinque anni di lavori intensi, ma oggi completiamo quest’opera, che è l’emblema delle incompiute di Avellino. Siamo felici di aver mantenuto gli impegni. La storia si ricorderà di me.” Non solo il tunnel: Festa è soddisfatto anche per l’approvazione da parte della Corte dei Conti del Piano di Riequilibrio finanziario di Palazzo di Città. “Abbiamo fatto rinascere Avellino e, al tempo stesso, abbiamo sistemato i conti per il futuro. Governeremo per almeno altri due o tre mandati”, assicura l’ex sindaco.
Sull’inchiesta che lo ha coinvolto, e in particolare sul caso del “pc sparito”, Festa non si sbilancia: “Avrei tante cose da dire, la Cassazione si è espressa e la città, così come il resto d’Italia, sa perfettamente cosa è successo, quando è successo e perché. Ho tante cose da dire, ma quello che conta è che la città e gli avellinesi hanno creduto a me e in me”. Riguardo al caso del pc, diventato un simbolo dell’inchiesta “Dolce Vita”, aggiunge: “Non posso parlarne, altrimenti il mio legale di fiducia, l’avvocato Luigi Petrillo, mi rimprovererebbe. Ma vi assicuro che la realtà supera di gran lunga la fantasia. Neanche Saviano, con ‘Gomorra’, sarebbe riuscito a scrivere un libro talmente complesso.”
Sul Centro per l’Autismo, l’ex sindaco esprime rammarico: “C’è dispiacere perché avevo chiuso un accordo di collaborazione con il professor Stefano Vicari, che è il massimo esperto in Italia. Il commissario Paolo D’Attilio non è riuscito a portare a termine il nostro impegno, facendo perdere alla città una grande occasione. Avevamo l’opportunità di lavorare con il Maradona dell’autismo in Italia, di diventare un punto di riferimento per il Centro-Sud, sia per la diagnosi che per la terapia e la formazione. La scelta di Nargi? Non è stata un errore da parte sua, è stata costretta a farlo, ma il commissario ha fatto perdere quest’opportunità alla città. Questa amministrazione ha trasformato Avellino e tra 5-10 anni vedrete una città completamente diversa, che diventerà un modello per l’Italia. In molti ci invidieranno.”
Città per due sindaci? “Gli avellinesi hanno votato il mio ex vicesindaco, i miei consiglieri, la mia giunta. La città ha scelto un progetto vincente e convincente, e quindi perché non continuarlo, non solo per cinque anni. La giunta tecnica? Non è stato un errore. C’era un divieto perfino di pronunciare il mio nome, anche in campagna elettorale, ed è una cosa che non avevo mai visto. Il fatto che il mio nome non sia stato menzionato è stata una necessità, quasi un obbligo. È una triste verità, ma va detto. Io candidato alle Regionali? È ancora presto per dirlo, vedremo…”