L’analisi – Il sogno di Toscano: esultare con tutto lo stadio

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Ci risiamo. L’Avellino vince e convince per larghi tratti ma Domenico Toscano non può esultare con tutto lo stadio. Non lo ha fatto Richard Lasik in segno di penitenza per l’opaca prestazione personale di Novara, mentre il tecnico biancoverde avrebbe voluto condividere la sua gioia con l’intera platea biancoverde.

Nulla da fare. Toscano ha esultato da solo, al massimo con il suo staff e i suoi calciatori. E questa volta nemmeno con il suo compagno di avventure in panchina, il direttore generale Massimiliano Taccone sfilato subito via al triplice fischio probabilmente seccato dalla contestazione del pre-gara da parte della curva. Toscano ha il mondo contro e questa volta ha dovuto sorbirsi anche uno striscione apparso in Tribuna Terminio che lo invitava a fare le valigie.

Toscano non è un uomo solo perché ha il massimo sostegno del club e fa quadrato con i suoi collaboratori e il gruppo di calciatori che vede oramai in lui un padre putativo, ma la stragrande maggioranza della piazza lo ha già delegittimato e ne chiede la testa già dagli albori della stagione. Per lui non esistono onori o un briciolo di riconoscenza e anche ieri sera al termine di un match da tre punti ha guadagnato il tunnel degli spogliatoi a testa bassa. Non un applauso, non un incoraggiamento. Soltanto improperi e fischi per Toscano quasi ci fosse qualcosa di personale.

Eppure l’Avellino ha rimesso la testa fuori in maniera convincente contro la Ternana con un primo tempo pimpante in cui avrebbe potuto già chiudere i giochi. E’ stato probabilmente il miglior Avellino della stagione che ha saputo imporsi e fare la partita, fatto quest’ultimo piuttosto inusuale dall’inizio del campionato. Nella ripresa il calo fisiologico che ha permesso alla Ternana di portare qualche minaccia velleitaria. Ma d’altronde non si poteva pretendere una seconda frazione sui ritmi della prima, a maggior ragione se tre giorni prima si era giocato a Novara con una lunga trasferta da sostenere.

Fattori questi da non trascurare nella valutazione complessiva di un Avellino che qualche segnale di crescita concreta lo ha inviato nella notte del Partenio-Lombardi. E lo ha inviato anche attraverso i singoli. Su tutti, e non ce ne voglia il man of the match Lasik, Mohamed Soumarè, passato da oggetto misterioso a prezioso e che avrebbe meritato il gol per tutta l’abnegazione che ci sta mettendo nel cercarlo da qualche gara a questa parte.

E poi la difesa capitolata soltanto una volta nelle ultime tre partite, peraltro su un tiro deviato. La linea a quattro varata da Toscano funziona anche con la variante Crecco a sinistra. Un vero e proprio bunker che ha in Djimsiti e Perrotta i due baluardi centrali. E in una categoria altamente speculativa come la Serie B, avere una retroguardia di ferro rappresenta già un bel mattone di certezze. E’ di queste che deve gioire Toscano, purtroppo per lui non con tutto lo stadio.