Un “voto” alle analisi dei dirigenti Pd, un “voto” a D’Alessio e alla D’Urso

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Pasquale Manganiello – L’Istituto Cattaneo ha evidenziato i flussi di voto che hanno condizionato il Referendum Costituzionale, diventato poi politico a causa della incomprensibile e masochistica personalizzazione attuata da Renzi.

Gli elettori del Movimento 5 stelle si sono dimostrati compatti per il No, mentre quelli dei partiti tradizionali (vedi Pd ed ex Pdl) si sfaldano tra dissidenti contro Renzi e fronda di berlusconiani a favore della legge Boschi.

Il quadro finale chiarisce che le periferie e le zone con un più alto disagio politico ed economico hanno punito il leader del Partito democratico. Il Paese è spaccato e là dove soffre di più per crisi economica e mancanza di lavoro, si è deciso di inviare un messaggio netto contro chi è al potere. Quindi No al Sud, No in Campania, No in Irpinia.

Un altro dato incontrovertibile riguarda l’età: come sottolineato da Quorum gli under 34 si sono schierati all’81 per cento contro la riforma, mentre tra gli over 55 ha vinto il Sì.

Insomma, il messaggio lanciato a Renzi da questa consultazione è che le classi meno abbienti ed i giovani non vedevano l’ora di esprimersi per spingerlo inevitabilmente alle dimissioni. Lo hanno fatto per la seconda volta (il primo messaggio era arrivato forte e chiaro alle scorse Comunali) e stavolta il risultato è stato inequivocabile.

Cerchiamo ora di interpretare i commenti dei quattro membri del direttorio irpino, del Governatore della Campania e di altri dirigenti democratici che ieri, sulle colonne del Mattino ed in vari post su facebook, hanno cercare di dare il “proprio” significato all’esito referendario.

FAMIGLIETTI VOTO 8 “Probabilmente non siamo stati capaci di spiegare bene il merito e la portata della Riforma o forse il vento di protesta è talmente forte che in ogni caso non saremmo riusciti ad arrestarlo.”

Quando si continua a definire “protesta” il voto di 18 milioni di italiani con una altissima ed insperata affluenza alle urne, si persevera nel brancolare nel buio politico. Altro che vento di protesta, questo è stato un voto che definirei desiderato, bramato, pensato e voluto fortemente. WIND OF CHANGE

D’AMELIO VOTO 8 – “Alla fine è prevalso il voto politico. L’ho sempre pensato, quindi non potevamo che soccombere.”

La presidente del Consiglio Regionale aveva previsto tutto. Un sì “consapevole”. Della sconfitta. VEGGENTE

ENZO DE LUCA VOTO 9 – “Se consideriamo partecipazione, clima di ostilità verso il Pd, politicizzazione del voto, non è andata malissimo visto che il Pd era da solo.”

Io penso positivo perchè son vivo, perchè son vivo. LORENZO

PARIS VOTO 8 “E’ stata un’idea che abbiamo condiviso con donne e uomini ma soprattutto ragazze e ragazzi a cui va il mio ringraziamento e con cui questo viaggio continuerà, in forme diverse, per ridare forza e vigore al Pd in provincia di Avellino.”

Cambiare itinerario. BOOKING.COM

SANTANIELLO VOTO 8 – “Il 40 % delle Europee, Il 40% del Sì. Avanti, correggendo gli errori, guardando al futuro.”

Roberta in linea con Sgarbi ma non con Renzi. Non mi pare che l’ormai ex Premier l’abbia presa così bene. Un buon 40% di ottimismo. PROFUMO DELLA VITA

PALMIERI VOTO 9 –  “Ringrazio in particolare i tanti che, con sofferenza, hanno votato come ho votato io ma che avrebbero voluto votare diversamente.”

Non l’abbiamo capita. O forse sì. ???

VINCENZO DE LUCA (Governatore) VOTO 10: “Ora è il tempo dell’umiltà”.

De Luca “umile”, per me, è come il mare d’inverno di Enrico Ruggeri, un concetto che il pensiero non considera. IL CONTO

BARBARA D’URSO e GIGI D’ALESSIO VOTO 2 – “Se vince il No smetto di fare televisione. Se vince il No smetto di cantare.” 

Sono bufale, fotomontaggi, non l’hanno mai detto. Ma quelle immagini hanno fatto il giro del web e, essendo piuttosto verosimili, molta gente ha dato per scontato che fossero vere. Quindi, fidatevi, non è stato un voto contro Renzi. L’ENDORSEMENT