L’analisi – Attacco killer, difesa horror: Tesser balla sulle punte e aspetta gennaio

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Attilio Tesser è un uomo rassegnato. Ha capito di dover puntare sull’attacco per sopperire alle falle macroscopiche di una difesa che soffre di amnesie individuali. Almeno fino al giro di boa, dopodiché arriveranno i rinforzi richiesti alla società, che ha già bloccato Suagher e con ogni probabilità chiuderà per Conti e Bittante sulle fasce. Non solo mercato: la pausa resetterà l’emergenza infortunati e restituirà una condizione fisica migliore grazie al richiamo di preparazione.

Per le prossime tre partite però Tesser dovrà continuare a ballare esclusivamente sulle punte. E che punte: Castaldo, Tavano, Trotta e Mokulu, quest’ultimo assente contro il Lanciano. Con un poker di attaccanti così, il tecnico dell’Avellino può gestire il reparto avanzato a suo piacimento: due punte col trequartista, due punte e Tavano o Castaldo a supporto, tre punte in linea e addirittura quattro punte nei momenti più complicati come accaduto ieri con Napol schierato largo a sinistra.

Quindici gol in quattro finora per un attacco killer che fa da contraltare ad una difesa horror. Ingenuo Nitriansky nell’ampliare il volume del corpo con il braccio destro in area sulla traiettoria disegnata da Marilungo, sciagurato Nica quando a inizio ripresa ha fatto accomodare Di Francesco per il gol del 2-0 rossonero. Il rumeno ci è ricascato dopo la prova positiva del turno precedente e Tesser non ha fatto nulla per nascondere la seccatura nei suoi confronti sostituendolo con Giron e bacchettandolo nel post-partita.

Fortunatamente l’Avellino è tornato sul pezzo con prepotenza e ardore agonistico, altrimenti certi cali di concentrazione sarebbero balzati in prima pagina. Il sorriso da tre punti li ha fatti passare in secondo piano con l’augurio da parte di società, tifosi e tecnico che possano ripetersi il meno possibile nei prossimi 270 minuti. L’ideale sarebbe non riproporli, ma la difesa di quest’anno ha insegnato che al peggio non c’è mai fine in termini di orrori dei singoli, e non di reparto, quest’ultimo tuttavia costretto a portare la croce nella sua globalità quando si considera il dato delle reti incassate. Sono 29, tante quante quelle realizzate. Solo il Como, prossimo avversario dei lupi, ha fatto peggio con 33 palloni raccolti nella porta di Scuffet: sarà il derby delle difese più perforate.

Tesser dunque gongola da una parte e si rattrista dall’altra ma il momento è aureo e va goduto fino in fondo dopo la tempesta di novembre che lo ha travolto in pieno insieme alla costante grana infortuni. Il vecchio Attilio ha esultato come non mai, a pugni stretti e li ha mostrati tradendo il suo aplomb di uomo tutto d’un pezzo. I tifosi biancoverdi non erano abituati a vederlo così preso a livello emotivo, ma l’adrenalina della remuntada ha scatenato un’esultanza liberatoria dal pubblico che fino a una settimana fa ne chiedeva la testa col pollice verso a bordo arena.

Le stranezze del calcio, la vita difficile di un allenatore che una volta scalato l’Everest ha dovuto sorbirsi anche la lezione del collega D’Aversa sulla condotta da tenere nei confronti dell’arbitro. Polemica a distanza, stoccatine ed un gioco delle parti che ha soltanto sfiorato Tesser più preoccupato di scaricare la valanga di sassolini accumulati nelle scarpe. Serve come rivincita ma anche per continuare a danzare sulle punte.

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