L’analisi – Colpito e affondato: l’Avellino viene inghiottito dalla voragine di Tesser

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Il tonfo interno dell’Avellino non ammette scusanti ma allo stesso tempo merita un’analisi razionale e scevra da catastrofismi che piuttosto appartengono legittimamente al momento, evidenziato dalla posizione in classifica, che la squadra attraversa nella sua globalità. Il tutto per due ordini di motivi.

In primis, l’Avellino affondato dal Vicenza è stato lo stesso che ha dominato il Bari una settimana fa per lunghi tratti del match. Attilio Tesser infatti ha schierato i suoi con atteggiamento tattico ed interpreti speculari rispetto alla partita del San Nicola.

Ma c’è di più. Di fronte, si è presentato un Vicenza che ha riprodotto fedelmente la disposizione tattica che Davide Nicola aveva preparato per il suo Bari contro i lupi, vale a dire il 4-2-3-1 anziché il 4-3-3 ipotizzato. Pasquale Marino in verità ha sorpreso un po’ tutti abbandonando il 4-3-3, di cui è uno dei massimi esponenti in Italia, per affidarsi al modulo con tre trequartisti alle spalle di una sola punta. Dunque nulla di nuovo per Attilio Tesser che alla vigilia aveva pubblicamente previsto una variante simile.

A parità di premesse con la gara disputata contro i galletti, la differenza l’ha fatta la maggiore intraprendenza dei fantasisti vicentini, in particolar modo di Galano che ha fatto saltare i piani difensivi dell’Avellino per vie centrali dove Arini ha dovuto lavorare per tre complici la giornata no di Zito e la scarsa propensione di Insigne alla copertura per una mera questione di caratteristiche tecniche. Di qui la voragine, chiamata in causa dallo stesso Tesser per descrivere la spaccatura creatasi nel centrocampo biancoverde. Solo così, in effetti, può essere spiegata una sconfitta di proporzioni così ampie.

In seconda battuta, vanno analizzati gli episodi dei gol vicentini: un rigore assai generoso, un rimpallo fortunoso, un altro rimpallo clamoroso (le immagini chiariscono che si tratta di gol di Raicevic e non di autorete di Biraschi) ed un calcio piazzato eseguito in maniera esemplare. La componente sfortuna c’è stata ma in dosi contenute altrimenti si rischia di fornire un alibi su un piatto d’argento a squadra e tecnico che devono solamente riflettere e fare ammenda dei propri errori in vista di una pronta ripresa.

Il piatto piange dopo sei partite e spunta anche un primato negativo, quello delle reti subite (11), condiviso con Como e Salernitana.  Un dato che fa riflettere alla luce dell’ottavo posto nella speciale classifica generale dei gol subiti ed il quarto in quella delle reti incassate in casa durante la passata stagione. Indice di scarsa compattezza, di equilibrio precario raggiunto solo a tratti finora e che fa venire gli incubi a Tesser, il quale sembra averle già provate tutte per risolvere quello che alla lunga rischia di diventare un vero e proprio rompicapo per la sua panchina.

 

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