Ieri è andata in scena la conferenza dei servizi sullo Stir per l’esame del progetto di ampliamento.
“Convinti come siamo che l’impianto rappresenta una delle pincipali fonti di inquinamento per la Valle del Sabato – dichiara Franco Mazza del Comitato Salviamo la Valle del Sabato – non consideriamo meritevole di valutazione positiva qualsiasi progetto di ristrutturazione e riorganizzazione, se non una definitiva delocalizzazione con successiva bonifica dell’area. E’ semplicemente scandaloso che ad un anno dalla nascita dell’Ato Rifiuti, l’ente d’ambito rispetto ad una questione tanto importante si limita a fare da spettatore, mentre una società, IrpiniAmbiente, programma un’opera che non sappiamo se risponde esattamente alle esigenze del territorio o della stessa società. Il silenzio assordante di ATO è impressionante”.
“Il progetto- continua Mazza – prevede un ampliamento di attività incredibile con aggiunta di nuovi e numerosi codici di rifiuti anche pericolosi non previsti prima, con una sicura ricaduta negativa sull’ambiente circostante (centro abitato), già duramente provato da una condizione di inquinamento diffuso. Facciamo appello allo studio del CNR, commissionato dalla Provincia di Avellino e costato 50 mila euro di soldi pubblici. Tale studio evidenzia la particolarità del territorio in cui gli inquinanti non si disperdono, ma ristagnano. Il CNR invitava a monitorare in continuo l’area e a minimizzare gli impatti.
A seguito dello studio la Provincia, ASI, diversi comuni e IrpiniAmbiente firmarono nel 2010 un protocollo d’intesa e si impegnarono ad operare per ridurre l’inquinamento nella valle. L’anno scorso, il 9.1.2017, i sindaci della valle, convocati dal sindaco di Montefredane si riunirono e siglarono un verbale col quale chiedevano la delocalizzazione dello Stir e interventi di bonifica dell’area. Il verbale fu poi approvato da tutti consigli comunali, spesso all’unanimità. Auspichiamo, dunque, che quanto già deciso non venga sconfessato dai soggetti istituzionali presenti al tavolo. Infine siamo stanchi di leggere pareri favorevoli con prescrizioni, cosa che spesso fa ARPAC (peraltro inspiegabilmente assente), perché è come lavarsi la coscienza, pur sapendo che poi quelle prescrizioni non verranno mai verificate e i danni li paghiamo noi cittadini.”
La conferenza si è conclusa con un nulla di fatto: state evidenziate criticità tecniche ed espressi pareri sfavorevoli importanti.
“Intraprenderemo ogni iniziativa utile ad evitare ulteriori scempi nella valle del Sabato – conclude – il movimento è nato in modo spontaneo per contrastare innanzitutto la puzza ammorbante di rifiuti che invadeva le nostre case, ma abbiamo imparato anche a riconoscere altre puzze, ben più insidiose, rivoltanti e pericolose.”