Avellino – Il deputato Angelo D’Agostino ha presentato un’interrogazione parlamentare insieme all’onorevole Giulio Sottanelli, finalizzata a conoscere quali iniziative il Governo intenda adottare per garantire un’efficiente manutenzione e una corretta gestione della rete viaria provinciale italiana. I parlamentari, entrambi di Scelta Civica, hanno chiesto, inoltre, come l’Esecutivo intenda far fronte alla carenza di investimenti per la sicurezza e la percorribilità delle strade provinciali e se non ritenga opportuno il passaggio alla gestione dell’Anas di quelle strade provinciali che ne posseggano i requisiti.
“In tutta Italia – si legge nell’atto di sindacato ispettivo – decine di migliaia di chilometri di strade provinciali sono lasciate all’abbandono e godono di scarsa o assente manutenzione, con inevitabili e gravi ripercussioni sulla viabilità e sulla sicurezza degli automobilisti. Ad aggravare la difficile situazione della rete viaria provinciale in molti territori hanno pesato gli eventi calamitosi e le condizioni meteorologiche eccezionali che hanno ulteriormente compromesso lo stato delle strade provinciali con frane, smottamenti, interruzioni e gravi danni al tessuto stradale”.
“I recenti eventi calamitosi che hanno interessato anche l’Abruzzo – aggiungono i deputati -, hanno evidenziato l’impossibilità delle Province di far fronte alla manutenzione anche in considerazione degli ultimi danni subiti che, ad esempio, nella sola provincia di Teramo al momento si stimano in 25 milioni di euro per la rete, oltre ai danni da dissesto dei versanti ancora da stimare”.
“Nonostante l’impegno costante dell’Amministrazione provinciale di Avellino, e l’ottimo lavoro dei suoi dipendenti, anche in Irpinia – dichiara D’Agostino – abbiamo ravvisato l’esigenza di avere più risorse che servano ad assicurare una migliore manutenzione delle strade, in particolare in caso di maltempo. Con la sua interrogazione, il collega Sottanelli ha ben evidenziato che dal 2013 al 2017 alle Province è stata chiesta una riduzione di risorse pari a 5,2 miliardi con un taglio della spesa corrente dal 2013 al 2016 di 2,7 miliardi, quindi il 40% in meno”.
“E’ evidente – chiude D’Agostino – che ci sono aspetti della riforma Delrio che andrebbero rivisti, anche alla luce della bocciatura della riforma costituzionale che prevedeva la definitiva abolizione delle province, e della circostanza di non poco rilievo che vede gli amministratori locali alle prese con le competenze di sempre ma con risorse di gran lunga minori”.