Amministrative, dramma Pd in Campania: Renzi si aggrappa a De Luca

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E’ un day after assai difficile per il leader del Partito Democratico e premier Matteo Renzi.

Il giorno dopo la domenica delle Amministrative 2016, il leader dem si ritrova a commentare l’esito di un voto che non ha per nulla sorriso ai suoi.

“Non siamo contenti – ha detto Renzi in conferenza stampa – specie per il voto di Napoli”.

Napoli, la Campania appunto.

Partendo dalla Waterloo di Napoli, con la sconfitta di Valeria Valente – candidata del Pd per la quale Renzi si era speso in prima persona e che non è riuscita neanche a tagliare il traguardo del ballottaggio – passando per l’exploit dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella (candidato del centrodestra che a Benevento riesce ad agganciare il ballottaggio col candidato del centrosinistra Raffaele Del Vecchio nonostante partisse assai indietro nei sondaggi, ndr), per finire a Caserta dove – nonostante un largo distacco – il candidato dem Carlo Marino è costretto al secondo turno (se la vedrà con l’ex europarlamentare e presidente della Provincia Riccardo Ventre), complice anche un voto disgiunto che ha inficiato di almeno dieci punti percentuali sulla vittoria del candidato sindaco del centrosinistra: il Pd in Campania ha arrancato nonostante gli sforzi dei dirigenti nazionali, segno evidente del fallimento della rottamazione renziana.

In Campania, in sostanza, resta solo il Governatore Vincenzo De Luca e il dato ‘particolare’ di Salerno.

E’ indicativo, infatti, come il centrosinistra nella città degli Arechi, feudo del presidente De Luca, abbia vinto al primo turno (con l’ex vicesindaco Vincenzo Napoli) col 70% ma senza che il Pd abbia presentato il simbolo.

Un dato che in qualche maniera ha trovato anche una eco nazionale.

Nel 2016 il centrosinistra aveva conquistato al primo turno 3 comuni (Salerno, Rimini e Cagliari), contro 11 sindaci al primo turno delle ultime elezioni. Ma delle tre vittorie al primo turno del centrosinistra, a Cagliari è avvenuta con un candidato non Pd e a Salerno, appunto, senza simbolo Pd.

In provincia di Avellino, invece, dove peraltro non si votava nella città capoluogo, l’esito delle elezioni nei 31 Comuni chiamati al voto ha restituito di fatto la vittoria degli uomini UdC vicini a Ciriaco De Mita che al netto di qualche comune, hanno sbaragliato la concorrenza ovunque. Così come accaduto negli Enti di servizio (Alto Calore Servizi e Consorzio Asi), il leader di Nusco – continuando nell’Opa lanciata al Partito Democratico irpino – e suoi candidati hanno raccolto consensi vincendo ad esempio a Serino, a Monteforte Irpino, a San Martino Valle Caudina, a Guardia Lombardi, a Lioni.

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SE SPARTA PIANGE, ATENE NON RIDE – Dopo la debacle delle ultime regionali e detto del caso Mastella a Benevento, del centrodestra in Campania resta soltanto il dato di Napoli dove il candidato sindaco Gianni Lettieri se la vedrà (con poche speranze di successo) al ballottaggio contro l’uscente Luigi De Magistris, seguendo la traccia della partita che si giocherà anche a Caserta tra due settimane (dove pure il centrodestra si è presentato unito) con Ventre al ballottaggio con Marino. Emblematico in tal senso i dati registrati dal simbolo di Forza Italia che – eccezion fatta per il Comune di Napoli dove ha sfiorato il 10% (perdendo comunque grandi consensi rispetto all’ultima tornata elettorale delle regionali, ndr) – a Salerno ha raccolto il 4,5%, a Benevento il 5,78% e a Caserta il 4,35%.

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