“È urgente l’atto ministeriale per l’erogazione delle prestazioni economiche del Fondo per le Vittime dell’Amianto (FVA) a favore delle circa 20.000 persone interessate, per un terzo lavoratori ed ex lavoratori malati a causa dell’esposizione all’amianto e per due terzi eredi di lavoratori morti a causa dell’amianto.
Queste persone aspettano di ricevere il saldo delle competenze del 2016 e del 2017 e la quota di spettanza per il 2018“.
È quanto si legge in una nota che dà notizia della missiva inviata al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Angelo Colombini e Silvana Roseto.
“Cgil, Cisl e Uil – si legge – hanno inoltre rinnovato la richiesta di incontro al Ministro, già avanzata il 21 giugno e inevasa, per individuare una diversa regolamentazione del Fondo, poiché – spiegano – nonostante la disponibilità di cassa, a causa di un regolamento farraginoso le vittime dell’amianto non hanno alcuna certezza sui tempi di erogazione delle prestazioni economiche che sono aggiuntive alle indennità dell’Inail“.
“I ritardi – sottolineano i sindacalisti – riguardano anche i malati di mesotelioma non professionali, cioè i semplici cittadini che si sono ammalati di mesotelioma per esposizione ambientale e familiare.
Gli eredi dei deceduti del 2017 – aggiungono in conclusione – non possono ritirare l’una tantum di 5.600 euro per le incertezze interpretative del Ministero del Lavoro”.