“L’attuale gestione del servizio da parte dell’Alto Calore a tutto sta portando tranne che alla gestione pubblica”. Così ha esordito Costantino Vassiliadis, segretario provinciale dell’Ugl Avellino, all’apertura del tavolo di confronto sul tema “Acque irpine gestione pubblica o…” che ha visto il sindacato per anni impegnato nella battaglia a difesa dell’acqua come bene comune.
Il dibattito è stato organizzato dall’Ugl presso il Circolo della Stampa di Avellino. Relatori dell’importante tema che ha posto sotto i riflettori la gestione del servizio da parte dell’Alto Calore e di tutte le problematiche legate ai lavoratori all’interno della struttura e alle utenze di un servizio ed una risorsa che deve restare pubblica, Francesco Saccardo, segretario provinciale dell’Ugl Chimici, avv. Maurizio Montalto, presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi delle Politiche Ambientali e Sabino Aquino, docente Geologia applicata dell’Università Telematica Pegaso Napoli.
“L’Ugl è da sempre in prima linea al referendum contro la privatizzazione dell’acqua – precisa Vassiliadis -, alla gestione pubblica del servizio e alla tutela dei lavoratori dell’Alto Calore oltre che alla salvaguardia di un servizio che resti efficace e di qualità per le utenze. L’acqua non deve diventare una merce di scambio. La privatizzazione dell’acqua è una di quelle regole inique del commercio mondiale che colpisce solo ed esclusivamente i cittadini”.
Presente al dibattito anche gli avvocati Giovanni Bove e Maria Rusolo dell’associazione ‘Avellino Città Ideale’. “Non potevamo mancare all’evento promosso dall’Ugl – ha precisato la Rusolo – Già con Eudem abbiamo prestato molto attenzione alla vicenda dell’Alto Calore Servizi, della gestione dell’acqua e della gestione delle risorse pubbliche.
“Come ‘Avellino Città Ideale’ abbiamo lanciato il nostro manifesto che presenta tra le priorità una corretta gestione del servizio idrico. La nostra sfida – continua la Rusolo – è comunicare ai cittadini la necessità di un cambio di rotta della gestione dell’Alto Calore ed il superamento del cda”.
Sulla stessa linea anche l’intervento dell’avvocato Montalto che ha specificato che “l’acqua è un diritto e non una merce. Con il referendum del 2011 gli italiani hanno deciso che l’acqua deve essere pubblica anche se le multinazionali e le lobby hanno spostato il luogo dell’interesse accaparrandosi le fonti d’acqua. Dunque l’acqua va sottratta al mercato e la gestione del servizio idrico deve essere pubblica”.
L’avvocato Montalto ha ricordato che con la finanziaria del 2018 il Governo ha avallato il progetto della costituzione di una società del Sud Italia che punti ad acquisire tutte le reti sottolineando che “i grandi adduttori che portano l’acqua dalle sorgenti alle città le stanno occupando le multinazionali. Il pubblico fino ad oggi ha saputo gestire perché devono essere ora le multinazionali a gestirle?”.