Alto Calore, privati più vicini. Appello del sindacato ai comuni: “Capitalizzare per mantenere gestione pubblica”

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Alto Calore

Alto Calore, privati più vicini e il sindacato lancia un appello ai comuni affinché sottoscrivano l’aumento di capitale. “Lo scenario del possibile ingresso di un soggetto terzo, benché società di diritto privato a capitale interamente pubblico, metterebbe a forte rischio la gestione del bene comune acqua alle attuali condizioni, essendo unico scopo del privato quello di conseguire utile anche su un bene che non è considerabile merce, con sicure ricadute negative sul mantenimento dei livelli occupazionali”, si legge nella nota delle segreterie e delle Rsu di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

“Metteranno in essere tutte le azioni possibili per richiamare il senso di responsabilità dei soci di Alto Calore, affinché sottoscrivano l’aumento di capitale,  oltre che  informare le popolazioni servite sulle conseguenze delle azioni delle loro Amministrazioni Comunali”, incalza il sindacato al termine del confronto sul piano di Ristrutturazione Aziendale “Pozzoli”, approvato dai Comuni soci.

Come era ampiamente immaginabile, gli amministratori comunali sentiti, hanno manifestato enormi difficoltà ad aderire all’aumento di capitale richiesto, a causa delle mancanza di risorse disponibili, peraltro in concomitanza con la fine dell’anno  finanziario.

“A causa di tale annunciata indisponibilità, l’amministratore unico ha inteso rivedere la strategia aziendale, separando la necessaria approvazione dell’aumento di capitale, prevista entro il 15 dicembre prossimo, dall’effettiva sottoscrizione che verrebbe rimandata, all’esito delle necessarie modifiche statutarie, ad almeno 120 giorni dalla votazione dell’aumento”.

Tutto ciò per consentire alle amministrazioni comunali chiamate in causa, di maturare  la convinzione, che se si intende conservare una gestione pubblica del servizio idrico integrato, tale aumento di capitale è ormai indifferibile, “spostando l’effettivo impegno economico, al bilancio del prossimo anno e sulla scorta di un preciso quadro certificato, delle partite compensatorie di debito e di credito, allo stato in via di redazione definitiva per tutti i comuni”, si legge nella nota sindacale.

“Se tale strategia dovesse malauguratamente fallire, il valore delle quote aziendali inoptate, nel frattempo già oggetto di valutazione da parte dello Studio Pozzoli, dovrà essere messo a gara, con una previsione temporale per l’espletamento delle relative procedure, di circa sei mesi”, osserva ancora il sindacato.

In questo caso, la normativa regionale di settore propende per l’individuazione di un gestore unico, individuato tra quelli operanti nel distretto idrico o nascente da una loro futura aggregazione. “Inoltre, non si comprende l’atteggiamento della Regione Campania di subordinare l’assegnazione dei fondi all’aumento di capitale da parte dei comuni soci”, si legge ancora nella nota sindacale.

L’Amministratore Unico Michelangelo Ciarcia ha annunciato due prossime riunioni con i tutti i comuni soci di Avellino e di Benevento, presso la sede delle rispettive amministrazioni provinciali, al fine di sensibilizzare ulteriormente i rappresentanti istituzionali ad aderire all’aumento di capitale.

Per il sindacato “la mancata sottoscrizione da parte  dei soci dell’Alto Calore, dell’aumento di capitale necessario per far fronte al fabbisogno di liquidità impellente della società, pregiudica definitivamente la continuità aziendale della società da loro stessi posseduta e quindi il conseguimento – conclude la note – dell’obiettivo di una gestione pubblica del S.I.I., più volte sbandierata da tutti come fatto politico rilevante”.