Alto Calore, incubo fallimento. Ciarcia incontra i lavoratori

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Alto Calore, è corsa contro il tempo per evitare il fallimento. Stamane l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia incontrerà lavoratori e sindacato per illustrare la difficile situazione.

Se non si approva la ricapitalizzazione, è questo uno dei passaggi chiave, i soci non hanno alcun obbligo di assorbimento del personale.

Insomma la ricapitalizzazione, che sarà discussa in assemblea entro il prossimo dicembre, è un passaggio obbligato per evitare conseguenze negative sui lavoratori. Poi ci saranno ulteriori 120 giorni per sottoscrivere o liberare totalmente o in parte.

Il differimento tra la sottoscrizione dell’aumento di capitale e l’effettivo esborso consente di postare l’impegno economico al bilancio del prossimo anno e, sulla scorta di un preciso quadro certificato, delle partite compensatorie di debito e di credito, allo stato in via di redazione definitiva per tutti i comuni.

Dire no all’aumento del capitale da parte dei sindacio irpini e sanniti vorrebbe dire vedersi chiudere, in tempi piuttosto rapidi, le linee di cedito da parte delle banche. Negli ultimi mesi l’Alto Calore ha provveduto alla rateizzazione degli ultimi 4.5 milioni di debiti con l’Inps, rimettendo il Durc in attivo. Passaggio fondamentale per proporsi poi alla Regione per la gestione del finanziamento triennale di 60 milioni previsto per la ristrutturazione delle reti.

A questo punto, però, solo il via libera all’aumento di capitale potrebbe consentire di avere ancora una prospettiva. Anche per questo Ciarcia incontrerà nei prossimi giorni tutti i sindaci soci nel corso di incontri e assemblee per illustrare il piano di rilancio della società che passa necessariamente dall’aumento di capitale.

Qualche passo in avanti è stata fatto anche sul fronte del personale. Delle 320 unità impiegate nella società di Corso Europa, 21 andranno in pensione il primo dicembre. A questi se ne aggiungeranno oltre 80 entro il 2028.