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Alto Calore, Aurisicchio: “Ciarcia scelta nel segno della continuità”

aurisicchio

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“Alla fine della fiera dovranno essere i comuni a farsi carico dei debiti (oltre 130 milioni) dell’Alto Calore. È questa la sostanza del piano di risanamento approvato dall’assemblea dei soci che si è tenuta ieri sera. Subito un aumento di capitale pari a 25 milioni poi tra 4 anni, se sarà necessario, un nuovo aumento di capitale”.
Per Raffaele Aurisicchio, coordinatore provinciale Sinistra Italiana, “coloro, presidente De Stefano in testa, che negli ultimi cinque anni hanno retto le sorti dell’Ente di Corso Europa col mandato di risanarne i conti e di garantirne il prosieguo del ruolo di gestore del servizio idrico integrato, hanno fallito la missione e si sono fatti da parte”.
“Non hanno rinunciato però ad indicare soluzioni (piano di risanamento a carico dei comuni) e un nuovo amministratore unico nella persona di Michelangelo Ciarcia, tutto all’insegna della più assoluta continuità. ” Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
“È la famosa espressione di Tancredi, nipote del principe di Salina, ne “Il Gattopardo”. Non c’è nessuno che può dirsi più organico e più in continuità con i gruppi dirigenti politici che si sono succeduti negli ultimi 20 anni a via Tagliamento di Michelangelo Ciarcia: segretario amministrativo del Partito Popolare, poi tesoriere con Covotta nella Margherita, poi con Caterina Lengua è ancora con De Blasio nel Pd e, per ultimo, candidato alla segreteria provinciale del Pd in rappresentanza della cordata De Luca-De Stefano- Del Basso De Caro”.
“Alla faccia delle regole sulla separazione degli ambiti, della politica che non deve mischiarsi con la gestione e deve rimanere estranea ai consigli di amministrazione. In questa nostra terra davvero le cose non cambiano mai e la politica continua a pretendere, avendola vinta, di ” stare sempre in mezzo ” a tutto : dall’acqua ai rifiuti, dai trasporti alla sanità”.
“Il ” governo del cambiamento” che dopo le elezioni di giugno regge le sorti del comune di Avellino poteva battere un colpo e rompere il filo della continuità. Al copione dell’assemblea dell’Alto Calore non ha contribuito solo Tomasi da Lampedusa ( autore de”Il Gattopardo”), ci ha messo le mani anche Kafka che è famoso per la capacità di dire una cosa per significare altro”.
“Accade , dunque, che il sindaco Ciampi presenta una richiesta di rinvio e poi si dimentica di votarla. La sua presenza ed il suo voto avrebbero determinato l’impossibilità di procedere e lo stop al disegno del PdD. Delle due l’una: o Ciampi intendeva fare un favore al Pd o, ancora peggio, non riesce a districarsi tra le procedure di una assemblea nella quale il comune di Avellino ha un peso considerevole. Come dire: si proclama il Cambiamento ma poi kafkianamente si finisce per affermare la continuità”.
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