Alto Calore, assemblea tra i veleni: De Stefano saluta, si passa all’era Ciarcia

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Renato Spiniello – Bocciata la proposta di rinvio dell’Assemblea dei soci di Alto Calore Servizi, avanzata dal sindaco Avellino Vincenzo Ciampi (che in realtà al momento dela votazione non era presente per altri impegni istituzionali), da quello di Montella Ferruccio Capone e da Pasquale Giuditta, primo cittadino di Summonte. Avanti dunque con la strada tracciata dal Presidente e Amministratore Delegato Lello De Stefano e dal Cda uscente.

Le successive votazioni, al termine di una discussione al veleno, hanno approvato il nuovo piano aziendale, redatto dallo studio fiorentino Pozzoli, che prevede l’uscita di scena dell’attuale Cda e l’elezione di Michelangelo Ciarcia, quale presidente del collegio sindacale, ad amministratore unico dell’ente idrico con mandato pieno.

L’ormai ex presidente si congeda dall’Assemblea in anticipo rispetto alla naturale scadenza del proprio mandato, ma sottolinea: “Era stato tutto previsto già il 29 dicembre scorso, quando, dopo la bocciatura della proposta di aggregazione con Gesesa, abbiamo avviato la strada della legge Madia, a cui ci siamo adeguati, blindando la proprietà pubblica e segnalando lo squilibrio finanziario. La Madia prevede in questo caso una riorganizzazione societaria e dunque l’attuale Cda ha dovuto lasciare spazio all’amministratore unico che sarà Ciarcia, come previsto dal regolamento”.

Il piano Stefano Pozzoli, illustrato dallo stesso professore all’Assemblea dei sindaci soci, prevede un patto a tre tra personale Acs, Regione e Comuni. Ognuno dei tre dovrà fare la sua parte sulle storiche criticità dell’ente di Corso Europa, come reti e servizi, pensionamento di parte del personale, costi energetici e massa debitoria.

Si parte dal sostegno di Palazzo Santa Lucia attraverso un finanziamento da venti milioni all’anno sulle opere strategiche, con la possibilità di assorbire sui lavori i dipendenti di Alto Calore in esubero, poi il recupero dell’evasione, la ristrutturazione del debito e un aumento di capitale da parte dei soci pari a venticinque milioni di euro in cinque anni. Su quest’ultimo punto i sindaci soci, entro novanta giorni, dovranno passare per il via libera attraverso i propri Consigli Comunali per poi riunirsi nuovamente a Corso Europa in Assemblea Straordinaria.

Non pochi dubbi sono stati avanzati dai primi cittadini di Ariano Irpino, Flumeri, Montella e Summonte e da un rappresentante del comune sannita di San Nazzaro. In particolare Ferruccio Capone, oltre a chiedere il rinvio dell’Assemblea, ha avanzato l’ipotesi di aprire all’aggregazione di partner esterni, pubblici o privati che siano.