Alta Capacità, il consorzio Sannio per la tutela dei vigneti: “Minimizzare impatto”

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Minimizzare il consumo di suolo e assicurare la più elevata capacità dell’opera di garantire l’unità funzionale e gestionale degli stessi suoli e delle unità produttive, evitandone la frammentazione e interclusione, come anche gli aspetti di connettività del paesaggio nei confronti dei flussi di acqua, nutritivi e organismi viventi.

Forti e chiare le richieste avanzate dal Sannio Consorzio Tutela Vini all’attenzione dei soggetti preposti alla progettazione esecutiva e alla realizzazione della linea ferroviaria Alta Capacità Napoli-Bari.

“Poniamo all’attenzione degli enti preposti – dichiara il presidente Libero Rillo – di prestare la massima attenzione in fase di progettazione esecutiva per far si che siano introdotte tutte le mitigazioni del caso in merito agli elaborati progettuali più impattanti, dove è necessario ed urgente individuare soluzioni innovative che contengano il consumo di suolo, evitino la polverizzazione aziendale, arginino la devastazione paesaggistica ed eliminino, per quanto possibile, la movimentazione di terre che è sempre foriera di inquietudini e sospetti in merito alla “tumulazione” di sostanze tossiche”.

L’attenzione del Consorzio è rivolta in particolar modo alla tratta in cui l’opera dovrà attraversare il “cuore” della viticoltura sannita, quella che prevede anche il raddoppio ferroviario da Frasso Telesino a Vitulano. Area in cui sorge la quasi totalità dei circa undicimila ettari vitati che si contano nella provincia beneventana, dove operano settemilanovecento imprenditori viticoli, quasi cento aziende imbottigliatrici per oltre un milione di ettolitri di vino prodotto, con tre denominazioni di origine e una indicazione geografica per più di sessanta tipologie di vini: numeri che fanno di Benevento uno dei principali riferimenti nel settore vitivinicolo della Campania.

In virtù di queste caratteristiche, il Consorzio e altre associazioni e operatori attivi sul territorio avevano chiesto attraverso un’apposita petizione (era il 2014) il coinvolgimento del partenariato socio-economico ai tavoli di concertazione sia regionali che nazionali. Tale richiesta non ha riscontrato alcun esito, ritrovandosi ancora una volta di fronte ad una buona occasione persa.

Il Consorzio, tuttavia, non esita a far sentire nuovamente la propria voce, per portare un interessante contributo al dibattito che si registra nell’ambito della fase cruciale dell’iter relativo alla realizzazione dell’opera.

“Ci preme sottolineare – continua il presidente – di prestare grande attenzione al sistema di monitoraggio ambientale, rispetto al quale chiediamo il massimo dell’innovazione tecnologica,  prestazioni puntuali e la messa in campo di  specifiche competenze. Le nostre produzioni, infatti, oltre ad essere di grande pregio, sono innanzitutto produzioni alimentari. Chiediamo, inoltre, che associato al sistema di monitoraggio venga predisposto un adeguato piano di comunicazione multicanale. In altre parole, oltre a monitorare puntualmente bisogna, anche far sapere ai buyer, ai giornalisti enogastronomici, ai consumatori e ai cittadini  che la salubrità e la qualità delle produzioni vitivinicole del Sannio beneventano sono sorvegliate con continuità e con dati alla mano, non assolutamente compromesse dai lavori impattanti che si realizzano sul territorio”.

“Allarma, invece, leggere nella relazione generale del ‘Progetto di monitoraggio ambientale’ affermazioni come la seguente: “Questo tipo di impatto è considerato ordinariamente presente negli interventi infrastrutturali ed in assenza di singolarità note o accertate, non è da considerare di particolare criticità”. Noi pensiamo tutto il contrario e cioè che il nostro è un territorio singolarmente eccellente, caratterizzato da produzioni di altissima valenza e per questo merita grande attenzione, rispetto e valorizzazione della sua distintività”.

Forti e chiare le richieste avanzate dal Consorzio al fine di difendere e tutelare un territorio viticolo di pregio, così come riconosciuto anche giuridicamente ai diversi livelli. «La nuova disciplina sulla Valutazione dell’Impatto ambientale, sancita da un provvedimento dello scorso 16 giugno che ha adeguato le norme a quanto prescritto da una specifica direttiva europea, prevede espressamente, nel considerare la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell’impatto dei progetti, di tener conto in particolare di quei “territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità” definiti dal decreto legislativo 18 maggio 2001, numero 228″.