“L’espulsione di AlMasri è da inquadrare nel profilo di pericolosità che il soggetto rappresentava, nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale.” Così ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sul caso AlMasri, proseguendo:
“Il Governo aveva già risposto in Parlamento riguardo al caso AlMasri – ricorda il Capo del Viminale -. È fondamentale sottolineare che lo Stato deve sempre agire per evitare danni al Paese e ai suoi cittadini.”
Piantedosi ha poi continuato, facendo chiarezza sulla cronologia degli eventi: “È importante evidenziare la sequenza dei fatti che si sono verificati lo scorso 2 ottobre. In quella data, il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha emesso una richiesta di mandato di arresto internazionale per AlMasri, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, in qualità di membro delle forze speciali di deterrenza libiche. La Corte Penale Internazionale ha accolto la richiesta e ha emesso il mandato di arresto, ma solo il 18 gennaio, quando AlMasri si trovava già in territorio italiano.”
“Inoltre, è importante notare che prima di arrivare in Italia, AlMasri ha transitato attraverso diversi Paesi europei, nei quali si è recato anche in passato, come documentato da alcuni passaporti in suo possesso, tra cui un passaporto della Repubblica Dominicana, che riporta, tra l’altro, un visto per gli Stati Uniti valido per 10 anni, a partire dal novembre scorso.”