Alessio Tropeano, intervista all’eclettico scrittore di “Disordine e ordine”

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Abbiamo incontrato nella sua casa di Grottolella un personaggio eclettico, Alessio Tropeano, con il quale abbiamo parlato del suo secondo romanzo “Disordine e ordine”. Visto l’orario abbiamo iniziato l’intervista nel suo studio sorseggiando una tazza di tè che lui stesso ha preparato con un rituale tanto inaspettato quanto suggestivo.

Dopo il successo avuto con il romanzo “Finché Parkinson non ci separi”, ha dunque scritto un altro romanzo? Di cosa parla?

E’ un romanzo in cui il surrealismo assieme alla componente onirica guidano i lettori alla scoperta di un misterioso manoscritto, accompagnati dal piccolo Mattia e dai suoi amici. Il tutto si svolge In un paesino immaginario dell’entroterra abruzzese Mattia, genio della matematica, attraverso numeri e modelli logici dà forma e senso ad eventi quotidiani apparentemente dominati dal caos.

Mi tolga una curiosità lei si sente più un informatico o più scrittore?

Non è possibile fare una distinzione netta tra i due termini che elle cita. Posso dire di essere un informatico per professione e uno scrittore per passione e dunque sintetizzando un informatico prestato alla scrittura.

Leggo che lei si è laureato in informatica ed è appassionato di matematica. Non trova strano che un matematico si dedichi alla letteratura?

Lei con la sua domanda mi da l’opportunità di fare una breve riflessione su un argomento che mi sta particolarmente a cuore. La maggior parte delle persone tende a considerare il mondo della cultura come due insiemi disgiunti. Da un lato il mondo della letteratura, definito ambito classico e che comprende poesia, filosofia e la storia, dall’altro il mondo delle scienze difficili tra le quali appunto la, matematica che oltre ad essere una disciplina autonoma costituisce spesso uno strumento e un linguaggio a supporto di altre materie di studio. Non è raro trovare persone che ostentano la loro avversione e disprezzo nei confronti della matematica e allo stesso tempo persone che trovano inutile accostarsi ai testi letterari. Questa divisione rappresenta una realtà che si nota nelle decisioni che i giovani sono chiamati a fare per il loro futuro. La cosa strana è che questa divisione è maggiormente presente ora che nel passato. Infatti basta pensare a Dante Alighieri che nella sua opera fa spesso ricorso a similitudini con concetti strettamente matematici per descrivere alcune situazioni come ad esempio quando nel Canto XXXIII del Paradiso Dante espone le sue difficoltà a capire il mistero dell’incarnazione e la similitudine è allora con il geometra che non riesce, con gli usuali strumenti della riga e del compasso, a effettuare la quadratura del cerchio. Oppure quando tenta di quantificare il numero delle stelle e ricorre ad una serie esponenziale.

Nel suo romanzo si parla di matematica?

Non proprio ma nel mio libro si rafforza il concetto che esistono dei forti collegamenti tra le due aree culturali si sfata un altro falso mito e cioè che la matematica non è cosa per le donne. Leggere per credere…

Torniamo al libro, ci dica altro.

Il protagonista del romanzo è Mattia, un ragazzino con la passione della matematica, che attraverso modelli e formule cerca la risposta ai suoi dubbi esistenziali. L’incontro con don Luca Pacioli cambia decisamente la sua vita. Inizia così una appassionante ricerca di un misterioso manoscritto insieme ad amici fidati e personaggi onirici, che lo guidano nelle trame di un amore passionale di cui la matematica è strada maestra.