Al Moscati in 9 mesi ridotto drasticamente il numero dei parti cesarei

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Avellino – “In coincidenza con il mio arrivo alla guida dell’Unità Operativa di Ostetricia e di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Moscati’, la Divisione ha raggiunto obiettivi importanti per la sanità irpina e non solo”. Esordisce il professore Italo Ardovino, nel corso della conferenza stampa indetta per la presentazione del primo corso di aggiornamento in materia di chirurgia laparoscopica in Ginecologia. Un corso che con scadenza mensile e fino agli inizi del 2006 vedrà impegnati oltre duecento medici chirurghi specialisti del Centro Sud con l’obiettivo di acquisire o migliorare la propria tecnica. Non solo teoria ma anche pratica come ha spiegato Ardovino: “I professionisti saranno parte attiva negli interventi di miomectomia, isterectomia e di chirurgia oncologica che saranno eseguiti in questi mesi presso la Città Ospedaliera”. Riflettori dunque, puntati sulla laparoscopia: una tecnica chirurgica scoperta negli anni ’60 dal professore francese Palmer che fino agli anni ’80 è stata vista con scetticismo da molti degli addetti ai lavori per l’innovazione che introduceva nella chirurgia. La chirurgia in laparoscopia, infatti, consente di operare senza più tagli sull’addome ma attraverso dei forellini attraverso i quali il chirurgo, grazie ad una telecamerina e ad un monitor televisivo, intervieni sulla patologia. “Nel campo dell’Ostetricia e della Ginecologia, – continua Ardovino – alla Città Ospedaliera si opera in laparoscopia le patologie quali le cisti ovariche, i fibromi, le isterectomie e le patologie dell’oncologia ginecologica. Interventi che, oggi, proprio grazie alla laparoscopia si ha una degenza post-operatoria di pochi giorni, una diminuzione dell’un per cento del dolore ed un taglio estetico”. Basti pensare che dal 16 dicembre 2004 (giorno dell’arrivo di Ardovino dal “Fatebenefratelli” di Benevento al “Moscati”) ad oggi sono stati eseguiti ben 568 interventi in laparoscopia contro i 18 avuti con laparotomia. Un successo, come lo ha definito lo stesso primario. Altra novità in campo della medicina è il raggiungimento della riduzione dei parti cesarei. “In Campania, dalle ultime statistiche, il 57% dei parti sono cesarei. In nove, qui al ‘Moscati’ la mia equipe è riuscita a capovolgere la statistica con il raggiungimento del 63% di parti spontanei contro il 37% dei cesarei. Con il parto spontaneo – spiega Ardovino – è stato incrementato il numero delle pazienti che si sottopongono all’anestesia epidurale”. Insomma, l’Unità Operativa di Ostetricia e di Ginecologia della Città Ospedaliera è l’esempio della buona sanità del Sud Italia. (Emiliana Bolino)

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