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Al Goleto convegno sull’ambiente tra scienza e fede

Domenica pomeriggio alle ore 18,00 presso l’Abbazia del Goleto, a Sant’Angelo dei Lombardi, si terrà un convegno dal titolo: “L’Ambiente è la nostra casa. Tra scienza e fede”: una riflessione a cura di Michele Zarrella, ingegnere, studioso di Astronomia ed appassionato di Storia, alla luce della “Laudato Sì”. Si parlerà di ambiente e riscaldamento globale che i giovani vivranno per più tempo rispetto alle generazioni precedenti ed è da loro che ci si aspetta un cambiamento radicale della società e dunque il convegno è rivolto soprattutto a giovani.

«La Costituzione italiana all’Art. 9 recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” – Ricorda Michele Zarrella – E’ necessario un cambiamento radicale “nell’interesse delle future generazioni”, come dice la Costituzione, e quindi si confida nella partecipazione soprattutto dei giovani.

Papa Francesco nella parte finale dell’enciclica “Laudato Si'”, prima delle due preghiere conclusive, “Preghiera per la nostra Terra” e “Preghiera cristiana per il creato”, al numero 246: sostiene di aver compiuto una “riflessione insieme gioiosa e drammatica”.

È quello che si propone di fare anche l’incontro: una riflessione gioiosa e drammatica sulla casa comune che abitiamo, sull’equilibrio dinamico della biosfera, sul futuro della nostra specie e la possibilità di continuare ad averlo.
In Papa Francesco, a mio avviso, prevale la gioia, perché è sostenuta dalla speranza di credere alla missione cristiana dell’umanità seppure i presupposti siano profondamente dolorosi. E per fare ciò auspica un cambiamento clamoroso della società.

Il convegno puntualizzerà che il cambiamento “clamoroso” che dobbiamo fare è di pensarci parte dell’ambiente e non di guardarlo come se fossimo dal di fuori di esso. Questo i giovani lo hanno capito: sono parte dell’ambiente in cui vivono. Come una goccia d’acqua è parte dell’oceano. E come potranno vivere se l’ambiente che lasciamo loro sarà un ambiente “malato”?

È soprattutto da loro, quindi, che ci aspettiamo questo cambiamento di prospettiva: guardiamo l’ambiente come parte di esso: come la goccia dell’oceano “vede” l’oceano. Se facciamo tutti questo cambio di prospettiva ci sentiremo felici di far parte di una magnifica immensità e di una grande umanità.
Con questo cambio di prospettiva – conclude Zarrella – con questa gioia sostenuta dalla speranza potremo arrivare a preservare l’ambiente e l’umano che è in esso.»

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