Al carcere di Ariano si è parlato di “Conversione”: proiettato documentario di Meola

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La storia di un ex detenuto e di un ex manager, autore di mille rapine il primo e “gola profonda” del sistema finanziario italiano il secondo, che ad un certo punto dicono basta ed iniziano a scrive e a svelare un drammatico spaccato di vita personale, dentro e fuori le carceri. Questa in estrema sintesi la trama del documentario di Giovanni Meola: “La conversione”, prodotto da Virus Teatrali con la partecipazione di Peppe De Vincentis e Vincenzo Imperatore, proiettato questa mattina per i detenuti del carcere “Campanello” di Ariano Irpino.

Ne è seguito un intenso dibattito tra il regista, uno dei protagonisti del documentario, la direttrice della casa circondariale, Maria Rosaria Casaburo, il giudice di sorveglianza, Giovanna Spinelli, la docente e operatrice culturale, Michela Notaro, ed i detenuti, su come la scrittura possa rivelarsi catartica permettendo ai protagonisti della storia di riconvertire le proprie vite arrivate ormai ad un bivio insostenibile e di come sia realizzabile l’obiettivo di cambiare rotta. Da qui l’importanza di creare opportunità nelle carceri per migliorare l’istruzione dei detenuti e la propria formazione professionale.

La proiezione del documentario, infatti, è solo una delle tante iniziative che stanno prendendo corpo nella casa circondariale “Campanello”, grazie al lavoro delle direzione, degli operatori culturali, di numerosi volontari ed alla collaborazione anche economica da parte di imprenditori ed esercenti di Ariano Irpino e di Grottaminarda.

Tra queste iniziative proprio i corsi di formazione per dare nuove competenze ai detenuti e quindi una concreta opportunità di occupazione al termine della pena. Già avviati quelli per chef e per parrucchiere, presto anche corsi in ambito di protezione civile. A questo proposito la Casaburo ha preannunciato il progetto, con la collaborazione della Protezione Civile Flumerese, di creare una squadra specializzata che possa intervenire in caso di emergenze e calamità su tutto il territorio nazionale.

E la giornata si è conclusa con un momento conviviale offerto da Domenico Cocco, tra gli autori della rocambolesca rapina sul raccordo Salerno-Avellino nel 2017 che in carcere ha rispolverato il suo vero mestiere, quello del pizzaiolo, fino a dirigere la pizzeria sociale del carcere di Salerno, mestiere che vorrà fare al termine della sua pena per non delinquere più.