Martedì 9 giugno alle ore 18.00, presso l’auditorium dell’ex Carcere Borbonico (ingresso via de Marsico), si terrà la presentazione del volume Napoli d’altri tempi. La Campania dal cinema muto a «Paisà» (Liguori Editore), organizzata con il patrocinio della Provincia di Avellino.
Il libro curato da Pasquale Iaccio, con prefazione di Carlo Lizzani, ricostruisce la diffusione e l’evoluzione del cinema nell’intero territorio campano con un saggio specifico dedicato al capoluogo irpino e ai paesi limitrofi.
Napoli d’altri tempi, dal titolo di un film degli anni Trenta “per metafora, rappresentativo di una stagione non solo cinematografica di una città e di una regione presenti nell’immaginario degli spettatori di ogni parte del mondo” (Iaccio), è la seconda tappa di un cammino investigativo iniziato con L’alba del cinema in Campania.
Dalle origini alla Grande Guerra (1895-1918) uscito nel 2010. Basate su indagini svolte per la prima volta in maniera sistematica negli archivi e nelle biblioteche locali e coordinate dal professor Pasquale Iaccio, docente di Storia del Cinema presso la “Federico II” di Napoli e l’Università di Salerno, le ricerche proseguono la narrazione di come la principale forma di comunicazione, e a volte d’arte, del Novecento abbia preso forma e influito sulla vita sociale e culturale della Campania in un arco temporale che, questa volta, abbraccia i decenni che vanno dal primo dopoguerra al secondo conflitto mondiale.
In particolare Napoli, nella realtà materiale e nell’immagine pubblica, si trasforma, dalla poetica icona del Grand Tour, nella città guerriera dei cinegiornali LUCE.
La guerra, i bombardamenti, i lutti porteranno alla caduta delle illusioni e alla città dolente di Paisà e del neorealismo.
L’affascinante e difficile rapporto tra cinema e storia, fulcro dell’omonima collana della Liguori di cui questo libro rappresenta la ventesima pubblicazione, è inquadrato, inoltre, anche nei singoli contesti delle altre quattro province, con uno sguardo attento tanto alle dinamiche cittadine quanto a quelle delle zone più periferiche, consentendo di sottrarre alla penombra e riconsegnare, almeno in parte, alla memoria collettiva una porzione significativa dell’identità storico-culturale delle comunità del salernitano, del Sannio, della provincia di Caserta e dell’avellinese. In quest’ultima realtà, l’intreccio indissolubile tra micro e macrostoria, la capacità del cinema di connotare il centro cittadino e la sua diffusione nei paesi della provincia – anche grazie all’impulso del Fascismo che scelse l’Irpinia per “le grandi manovre” del ’36, con la visita di Mussolini giunto a presenziare la parata militare – la realizzazione del film di Campogalliani “La grande luce – Montevergine”, premiato a Venezia e in parte girato nei pressi del famoso santuario mariano sul Monte Partenio, sono ricostruiti da Immacolata Del Gaudio grazie ad una ricerca basata esclusivamente su fonti primarie, in gran parte custodite nell’Emeroteca e nella Biblioteca “S.G. Capone” di Avellino. Inserti pubblicitari, recensioni e note mondane comparsi sulla stampa dell’epoca, nonché testimonianze orali e documenti preziosi conservati dagli stessi esercenti (è questo il caso dell’archivio privato della famiglia Troncone, proprietaria dell’Ideal di Atripalda) hanno permesso di ripercorrere, in particolare, la vicenda delle storiche sale irpine, dal Teatro Nuovo di piazza Castello al Giordano, dalla Sala Roma di vicolo Sapienza al Cinema Umberto ubicato nell’antica Dogana dei Caracciolo, dalla Casa del Balilla con la sezione cinematografica della GIL agli esercizi dei paesi dell’hinterland.
I risultati di questo minuzioso lavoro saranno illustrati dallo stesso curatore del volume, Pasquale Iaccio, e da Paolo Speranza, direttore dei “Quaderni di Cinemasud”, nonché dagli autori dei singoli saggi. Nel corso dell’incontro, moderato da Antonio Cataldo dello Zia Lidia Social Club, sarà proiettato anche un documentario realizzato con immagini dell’epoca da Mario Franco, regista e studioso del cinema napoletano nonché docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.