Da un mese sei in Spagna, quale sono state le tue prime sensazioni tornando a Granada?
“Beh, diciamo che il ritorno in terra spagnola è stato ancora meglio del previsto visto che sono finito per vestire la mia vecchia divisa del CB Granada. Non ho dovuto ricominciare tutto da capo per quanto riguarda la vita quotidiana. Lo staff tecnico è rimasto lo stesso, il ristorante dei miei amici è sempre li e tutte le mie amicizie sono rimaste dove le avevo lasciate quando sono andato a Siena. Trovato casa riadattarsi al ritmo di vita non è stato poi così difficile. Nessun problema neanche per quanto riguarda il basket giocato. L’allenatore già lo conoscevo, avendoci giocato assieme per due stagioni, per cui so cosa vuole da me ed io cerco di accontentarlo, dando il massimo come sempre”.
Ad Avellino in molti ci sono rimasti male per la tua decisione. Tanti pensano che sia stata solo una questione di soldi. Tu invece hai parlato di una scelta di vita. Forse valgono entrambe le motivazioni?
“La faccenda non è stata raccontata mai del tutto, come è giusto che sia, ma se fosse stata solo una questione di soldi avrei fatto prima a scegliere una tra le varie interessantissime proposte che mi sono state fatte in Italia, Virtus Bologna, Scavolini Pesaro, Virtus Roma per esempio. Avrei preso le valigie e sarei andato via. Se ho scelto di far valere la clausola per liberarmi dal contratto con Avellino è solo perchè c’era la possibilità di giocare nella miglior lega europea, l’ ACB. In un clima sportivo e di vita quotidiana che adoro e in cui mi sono trovato a meraviglia. È naturale che l’offerta fatta era vantaggiosa dal punto di vista economico, ma era vantaggiosa anche per la Scandone. Chi è a conoscenza delle clausole del contratto sa benissimo a cosa ho rinunciato per tornare in Spagna”.
Senza Pecile la Scandone ha raccolto ben poco. Dalla pausa dell’All-Star-Game Avellino ha trovato tre sconfitte. La più pesante quella in casa con Cantù. Qual’è la causa di questo periodo nero che la tua ex squadra sta vivendo?
“Seguo sempre le partite e mi sento spesso con alcuni ragazzi della squadra (Rossetti e Maio) e altri amici di Avellino mi tengono aggiornato. Contro Cantù era una di quelle partite da vincere a tutti i costi, ma a causa di qualche episodio i ragazzi non sono riusciti a portarla a casa. Mi dispiace molto, perchè so quanto si lavora per prepararsi al meglio per domenica, ma non bisogna pensare che non si possa recuperare qualche partita persa di troppo. Non so bene la situazione Palacio, doveva già arrivare quando io ero lì. Ma è passato tanto tempo e a questo punto credo che la società opererà altre scelte”.
Oltre all’arrivo di Dorkofikis, cosa serve ad Avellino per salvarsi?
“Quello di cui ha bisogno la Scandone è più di tutto la volontà di provarci sempre contro ogni squadra e con la partecipazione della gente di Avellino, che può fare la differenza nelle partite casalinghe. Il campionato è ancora lungo, di possibilità ce ne sono molte. Certo anche un pizzico di fortuna, letta come la fine una volta per tutte di infortuni e contrattempi vari, non sarebbe male.”
Hai detto in un’intervista rilasciata di recente su Superbasket che ad Avellino ti sei trovato molto bene. Cosa ti manca dell’Irpinia? Se non ci fosse stata la Spagna saresti rimasto sino al termine della stagione?
“Ad Avellino sono stato benissimo, mi mancano gli allenamenti in triestino con Matteo e in pesarese con Gigio, le chiacchiere con Menotti e l’Avvocato Preziosi. Ma anche le serate con i ragazzi al karaoke, i pranzi in famiglia Roca e tutta una serie di cose positive che porterò con me e che mi aiutano a stare bene anche lontano da casa. Sono un ragazzo fortunato che in ogni posto in cui ha giocato si è trovato bene e i bei ricordi ti aiutano a stare più ‘sereno…sempre…’. Ho già detto di aver rifiutato varie offerte italiane, se non fosse arrivata la Spagna sarei di certo ancora li”.
Lancia un messaggio chiarificatore ai tifosi, che non hanno compreso la tua scelta.
“Sinceramente non credo di dover dire nulla di particolare, perchè con i fatti ho sempre dimostrato quanto tenga alla maglia che vesto e non solo in partita, quanto durante gli allenamenti e nella vita quotidiana. Ho cercato di portare il mio modo di essere e di coinvolgere sempre tutti con la mia energia. Fa parte del gioco essere criticati per certe scelte professionali ed i messaggi di insulti lasciati sul mio sito non possono certo farmi dimenticare tutte le manifestazioni di stima e di gratitudine per questi mesi passati insieme e la passione di un tifo caloroso come quello dei ‘Lupi’. Per cui solo un saluto, un hasta luego e un arrivederci, perchè tanto anche ad Avellino ho lasciato tanti amici che sicuramente tornerò a trovare… (di Giovanni La Rosa)