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Air, mancano grinta e gioco. Maccabi passeggia e vince in scioltezza

Avellino – E’ brutta come poche la Scandone che si lascia sconfiggere dal Maccabi Tel Aviv. I biancoverdi hanno lasciato con l’amaro in bocca i 5000 del “Del Mauro” dopo una prestazione deludente per gioco e soprattutto per carattere. E’ un Air con poche idee e poca determinazione quella che viene sconfitta dagli uomini di Gershon, giunti in Irpinia consapevoli che questa era la partita da vincere. Prima di schemi, di letture o di punteggi è questo che ha fatto la differenza, ovvero le motivazioni di un team venuto con un chiaro obiettivo in testa mentre l’altro appariva quasi spaesato e in campo per una amichevole. Il risultato finale dice 72-86, ma il passivo avrebbe potuto essere ancora maggiore se non fosse stato per una serie di parziali costruiti individualmente da Marko Tusek prima e da Travis Best poi. Oltre al talento dei singoli si è visto poco o nulla, con i padroni di casa capaci di tirare 30 volte da 3 sempre più o meno dallo stesso schema. Ovviamente quando le percentuali hanno abbandonato i lupi, la nave è affondata. Per le eccezionali difese messe in campo da Gershon (che ha alternato una serie di zone che Avellino non è mai riuscita ad attaccare) è stato un invito a nozze. L’area degli ospiti era puntualmente chiusa e i biancoverdi si sono accontentati di tiri perimetrali e fuori ritmo. Nell’altra metà campo invece inspiegabile gestione delle rotazioni da parte di coach Markovski, che ha esposto le sue punte di diamante Slay e Williams (anche se quest’ultimo rivedibilissimo con 0 punti) alle incursioni del Maccabi. I due sono usciti per falli e il fatto che Cinciarini abbia commesso il suo secondo fallo a un minuto dal termine dovrebbe far riflettere: sicuramente la panchina poteva essere gestita meglio. Un passo indietro clamoroso rispetto al partita d Siena, quasi un salto nel vuoto. Ma aldilà del gioco quello che ha mandato su di giri il 97% del Del Mauro è stata una remissività e un atteggiamento passivo con pochi precedenti, decisamente stonato e fuori luogo in una gara che tutti sapevano sarebbe stata decisiva per la Scandone. La gestione di alcuni elementi (Warren 38 minuti, Best e Diener in panchina mentre l’Air era in rimonta, Slay e Williams non tolti dal campo anche se subissati da falli) non è stata chiara e apre il campo a diverse ipotesi, tra le quali spicca quella di una squadra divisa a metà. Forse quel qualcosa che manca è proprio a livello di spogliatoio, di chimica e di voglia di lottare. VIsti i risultati delle altre la Scandone dovrebbe vincere tutti e tre gli altri impegni di Coppa (due trasferte) e sperare in risultati utili: francamente, una missione impossibile. A questo punto meglio dedicarsi solo ed esclusivamente al campionato, ma con tutta un’ altra testa: una sconfitta a Bologna domenica metterebbe Avellino in una brutta posizione e comprometterebbe già da ora l’accesso alle finali di Coppa Italia.

La Cronaca: Avellino parte con Best, Warren, Slay, Tusek e Williams. Il Maccabi lancia Arroto, Brown, Casspi, Green e Fisher. I lupi partono forte con Slay (il più attivo offensivamente) ma il Maccabi mette la testa avanti e non la sposterà fino alla fine del match. Best pareggia a quota 11, ma le penetrazioni di Eliyahu (spettacolare) portano gli ospiti avanti di 6. Porta e Diener riducono il gap e il quarto si chiude sul 20-22. Nella seconda frazione continua la gara di tiro al bersaglio da parte di Avellino, che grazie alle stratosferiche percentuali dall’arco rimane in partita (32-32 dopo 15’). Ma la difesa irpina è troppo molle e gli avversari ci sguazzano dentro a piacimento: il Maccabi allunga e si va verso il riposo lungo sul 40-48. E’ ancora un fantascientifico Eliyahu a guidare i suoi verso la doppia cifra di vantaggio e la Scandone, come al solito, nel terzo quarto si trasforma in una squadra di belli addormentati. Qui gli ospiti possono davvero scappare ed è solo grazie a Travis Best (uno che non è abituato a fare figuracce) che il distacco non diventa subito imbarazzante. Il quarto quarto comincia sul 56-65 proprio grazie ad un canestro a fil di sirena di Best, ma ormai la partita non c’è più. La Scandone fa capire di aver gettato la spugna non schierando i suoi uomini migliori nel momento cruciale per una possibile rimonta, lasciando in campo solo un povero Warren, a terra fisicamente e mentalmente. L’Air alza con troppa facilità bandiera bianca, e a capirlo è anche il pubblico: finisce 72-86 tra i fischi di un palace deluso non tanto per la sconfitta (nessuno è così utopistico da pretendere un’affermazione netta sui 5 volte campioni d’Europa) ma per il come questa è maturata. Solo applausi invece per il Maccabi, autore di giocate di livello e che ha mostrato a tutti una difesa solida, invalicabile per la pochezza dell’attacco di casa. Per Avellino sugli scudi Best (17punti), Tusek (13) e Slay (14), il resto tutto da dimenticare. Per i gialli buona prova di Fisher (doppia doppia da 17 e 10), mentre Marcus Brownsi è confermato il solito cecchino europeo con 26 punti. L’israeliano Eliyahu è però l’mvp dell’incontro grazie a giocate spettacolari e numeri da cineteca. Il talento di casa Maccabi è stato, in fondo, una delle poche cose buone da vedere sul parquet per giustificare l’acquisto del biglietto.(di Giuseppe Matarazzo)

Air Scandone Avellino – Maccabi Elettra Tel Aviv 72-86
(23-24; 17-24; 16-17; 16-21)
(23-24; 40-48; 56-65; 72-86)

Air Scandone Avellino: Warren 5, Radulovic, Porta, Best 17, Cinciarini 2, Crosariol 8, Lisicky, Slay 14, Tusek 13, Williams, Diener 9, Nardi.All: Markovski
Maccabi Tel Aviv: Brown E, Brown M 26, Sharp 3, Arroyo 2, Eliyahu 18, Green 14, Burstein 2, Simmons, Williams, Casspi 2, Hagag 2, Fisher 17.All Gershon

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