Marco Imbimbo – Entro il 9 marzo dovranno arrivare le manifestazioni d’interessa da parte dei centri di riabilitazione. Nel giro di 30 giorni dovrà diventare operativa la soluzione. Il tavolo in Prefettura sul futuro di pazienti e personale Aias ha stabilito il cronoprogramma per dare continuità di cura, ma anche di lavoro a tutte le persone coinvolte nella vicenda del centro, alla luce anche del mancato accreditamento da parte della Regione. Il summit ha visto la presenza del manager dell’Asl, Maria Morgante, e dei sindacati.
«Sono abbastanza fiducioso», dichiara Marco D’Acunto, Cgil, al termine del summit. «Dopo il rigetto dell’accreditamento – prosegue – Asl e Regione hanno individuato, come percorso, esattamente quello che, come Cgil, avevamo già proposto la scorsa settimana: la distribuzione dei pazienti e dei livelli occupazionale su tutte le strutture che fanno riabilitazione ex articolo 26 di questa provincia». Bisognerà rispettare il criterio della territorialità dei pazienti, come avrebbero comunicato da Palazzo Santa Lucia in una nota.
Intanto l’Asl ha già contattato nove strutture provinciali, chiedendo loro di presentare una manifestazione d’interesse per accogliere i pazienti. Oltre ai centri Aias di Nusco e Calitri, ci sarebbero il “Don Orione”, il “Centro Insieme”, “Le Ville”, “Silenziosi operai della croce”, “Maria Santissima Annunziata”, il centro “Fisiokinesiterapico”, il centro “Minerva”. Entro il 9 marzo dovranno dare una risposta, per chiudere la partita nel giro di 30 giorni.
Nel frattempo l’Asl intenderebbe assicurare le prestazioni utilizzando le strutture di Solofra e del centro Australia. «Come Cgil abbiamo proposto che le prestazioni vengano gestite, con contratti di collaborazione, con lo stesso personale impiegato finora in Aias. L’Asl ha preso il tempo per verificare la fattibilità di questa proposta». Per quanto riguarda le strutture di Nusco e Calitri, D’Acunto sottolinea: «Spetta ad Aias decidere, sono sue scelte imprenditoriali e noi non entriamo nel merito. Oggi, però, ci è stato ribadito che non hanno problemi rispetto di accreditamento o strutturali, ma si tratta di qualche documento che manca».
Stesso al tavolo, inoltre, l’Asl avrebbe annunciato che due centri si sarebbero già fatti avanti con un loro progetto.
Oltre ai pazienti, le attenzioni dei sindacati sono rivolte al personale impiegato finora presso il centro Aias. «Non so se tutte le figure professionali saranno collocabili», spiega Antonio Spaguolo, Uil, a cui fa eco Costantino Vassiliadis della Ugl: «Ricordiamo che non ci sono solo fisioterapisti, ma anche amministrativi. Bisogna andare cauti e trovare una soluzione per tutti. Inoltre la situazione potrebbe aggravarsi se l’Aias decidesse di chiudere i due centri di Nusco e Calitri».