Nessuna risposta dall’Asl. Nessun segnale dai commissari Aias. Lunedì scorso i lavoratori del centro di riabilitazione di Avellino hanno iniziato uno sciopero della fame in segno di protesta per il mancato pagamento di dieci mensilità arretrate. Quattro giorni di sacrifici e privazioni, testimoniati da una tenda montata davanti la sede dell’Asl in via degli Imbimbo. La protesta e il presidio non hanno però sortito alcun effetto.
Da lunedì scorso, a turni, passano la notte nella tenda. Durante il giorno si confrontano e si organizzano, a volte suonano e cantano, come in occasione della Festa della Liberazione, si danno forza a vicenda. E, soprattutto, aspettano. “Se non arriveranno impegni concreti nelle prossime ore inizieremo anche lo sciopero della fame”, annuncia il segretario della Funzione Pubblica Cgil Marco D’Acunto, pronto a trascorrere ancora una notte all’aperto.
Al suo fianco anche il segretario generale della Cgil Franco Fiordellisi. “E’ una situazione non più tollerabile. Ci sono lavoratori che rivendicano diritti sacrosanti, ma sembra che la questione non interessi nessuno. Parliamo di persone che hanno continuato a lavorare con dedizione e professionalità per mesi, ulteriormente responsabilizzati dal fondamentale servizio di assistenza che garantiscano a centinaia di persone. Chiediamo rispetto”.