Lo aveva annunciato a maggio che le restavano pochi mesi di vita, spiegando di essere malata di cancro ai reni al quarto stadio con metastasi ai polmoni, alle ossa e al cervello. Ha anche reso partecipe il suo pubblico di diversi momenti della sua malattia terminale, come quando ha rasato a zero i capelli o del matrimonio “in articulo mortis”. Tre mesi dopo dall’annuncio Michela Murgia è morta. Aveva 51 anni.
Il web si è immediatamente riempito di messaggi di cordoglio, di saluto, di ringraziamento per la sua voce libera, da parte di intellettuali, colleghi, politici, gente comune. Tantissimi quelli che le stanno rivolgendo un pensiero commosso. Michela Murgia era una scrittrice, una blogger, una drammaturga, un’opinionista ed una critica letteraria. Era una “tosta”.
Autrice tra gli altri del romanzo “Accabadora” vincitore dei premi Campiello, Super Mondello, Giuseppe Dessì. Ma ancor prima, con il suo primo lavoro, iniziato come blog, “Il Mondo deve sapere”, ha raccontato in chiave satirica la realtà degli operatori dei call-center, descrivendo lo sfruttamento economico e la manipolazione psicologica a cui sono sottoposti questi lavoratori precari ed ispirando un’opera teatrale prima ed un film poi: “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli nel cast di attori.
Ma la biografia di Michela Murgia sarebbe lunghissima. Di sicuro era una voce critica, un’intellettuale geniale, per molti una rivoluzionaria. Una donna piena di coraggio, coraggio che ha mostrato nell’affrontare le questioni sociali e nell’affrontare fino all’ultimo giorno il tragico destino che la vita le ha riservato. Addio Michela.