Ad Avellino c’è chi di scommesse ci vive, ecco come e perchè.

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Calcio Scommesse
Calcio Scommesse

Sono migliaia gli scommettitori in provincia di Avellino. Un fenomeno enorme che colpisce. Ecco come giocano i professionisti irpini della bolletta.

Consigli per le scommesse. Stavolta, riservati ai professionisti. O, meglio, a chi voglia avere un approccio da professionista, perché chi già lo è non ha bisogno di consigli. Un punto di partenza: c’è chi di scommesse ci vive.

Non tanti, naturalmente: le statistiche più ottimistiche parlano di un 7 per cento sul totale degli scommettitori, quelle meno ottimistiche di un 5 per cento.

Certo è che di scommesse si può anche vivere.

Altrimenti non si spiega come in Inghilterra esistano alcune compagnie (Smartodds a Starlizard) che investono in scommesse, agendo come veri e propri fondi di investimento.

Ecco un po’ di consigli, sempre a cura del nostro esperto del settore, Felice D’Aliasi:

  • Fissare un budget da investire in scommesse, quello che i britannici definiscono bankroll: una somma da destinare al gioco, che naturalmente non vada a incidere sul bilancio familiare e sulla quotidianità.
  • Aprire conti presso più bookmaker: 2 o 3 su bookmaker tradizionali, uno su un betting-exchange (Betfair è di gran lunga il migliore), uno su un bookmaker asiatico (Sbobet è consigliabile, Maxbet è accessibile solo tramite agenti, in alternativa le scommesse in Asia possono essere piazzate mediante broker come Samvo o altri)
  • Piazzare solo scommesse su singole partite (esclusivamente su risultato e under/over) e su sport di cui si ha profonda conoscenza.
  • Ogni settimana va piazzato un numero abbastanza elevato di giocate (almeno una decina), mai a quote basse. Un esempio: se si piazzano 10 giocate su quote minimo da 1,80, basta prenderne 6 per portare a casa un profitto (e che ciò avvenga è confortato dalle statistiche).
  • L’importo delle giocate deve essere sempre lo stesso in percentuale sul budget: su ogni scommessa va investito dal 2 al 3,5 per cento del bankroll.
  • Comprendere il concetto di “value bet”. Con questo termine si indicano scommesse in cui il giocatore percepisce una differenza tra la probabilità che un evento accada e la quota proposta del bookmaker: se penso che la squadra X abbia il 60 per cento di vincere contro la squadra Y ma la quota per quel risultato è a 2,0 (che indica, invece, il 50 per cento di possibilità che ciò avvenga), quella è una “value bet” (la quota è sovrastimata rispetto al pronostico).
  • Impiegare molte ore della giornata per studiare tutti gli aspetti delle partite proposte dai bookmaker (per un professionista delle scommesse, questo è un lavoro a tempo pieno): non si individua una “value bet” mediante il proprio pronostico personale, ma analizzando tutti i possibili dati a disposizione. E’ fondamentale guardare a ogni aspetto (squalifiche, infortuni) che i bookmaker potrebbero aver tralasciato al momento di pubblicare le quote (i bookmaker tendono a pubblicarle sempre con largo anticipo, soprattutto per i campionati più importanti, spesso non avendo ancora un quadro definitivo della forze in campo).
  • Non piazzare le giocate dopo sostanziosi movimenti di mercato: se una quota cala troppo per via delle tante giocate, quella che poteva essere una “value bet” ha ormai perso il suo valore.
  • Non giocare partite su cui c’è sospetto di combine: quando si arriva ad avere il sospetto, la quota sarà troppo bassa e non varrà più la pena rischiare la giocata.
  • Andare alla ricerca delle cosiddette “sure bets”: sono le scommesse sicure (come da definizione), che garantiscono una vincita piccola ma certa, a prescindere dal risultato. Possono essere ottenute, talvolta, piazzando giocate sui differenti risultati alle quote migliori offerte dai vari bookmaker (è anche per questo che è fortemente consigliato avere più conti presso diversi bookies).

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4 COMMENTS

  1. […] propria dipendenza. I giochi che trainano questo fenomeno sono principalmente quelli da casinò, le scommesse in particolare nel mondo sportivo, mentre non trova molto spazio ad esempio il poker […]

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