Marco Imbimbo – Il consiglio comunale dà il via libera al nuovo piano d’impresa di Acs e relativo ripiano delle perdite fatte registrare dal bilancio 2015. Un atto fondamentale per il futuro di Avellino Città Servizi, ma che ha atteso un anno.
A spiegare le motivazioni che hanno portato ad adottare questi provvedimenti, ci pensa l’assessore alle Partecipate, Arturo Iannaccone. «Tranne che per il 2015, i risultati di bilancio sono positivi e in attivo. Quindi noi ricapitalizziamo, per una cifra di quasi 780 mila euro. Inoltre abbiamo approvato anche delibera per riallineamento tra debiti e crediti per circa 320 mila euro».
Soldi che verranno inseriti nel futuro bilancio di Previsione. A tutto ciò si associa il nuovo piano d’impresa che prevede un contratto di servizio per la gestione della sosta. Mentre un secondo contratto, per la guardiania delle strutture comunale, verrà sottoscritto a seguito di apposita indagine di mercato.
Presente in Aula anche l’amministratore pro-tempore di Acs, Giovanni Greco, che illustra il lavoro svolto sin dal suo insediamento, quando ha trovato un’azienda che «aveva perso i suoi connotati di società in house – sottolinea. Quando Acs è nata doveva occuparsi della sosta, poi le sue funzioni sono state allargate anche ad altri servizi, ma violando uno dei canoni fondamentali, cioè non andare all’esterno e svolgere i servizi con le proprie risorse».
Greco, inoltre, sottolinea anche le criticità che ha riscontrato nel contratto di servizio che era stato sottoscritto tra Acs e Comune: «Dava la possibilità all’azienda di spendere e presentare fatture al Comune che, a sua volta, doveva rimborsare. Da un punto di vista tecnico, la spesa rischia di diventare fuori controllo. Questo aspetto è un punto critico e già detto che va modificato».
Nonostante le criticità riscontrate, Greco invita l’Aula ad approvare i due documenti perché «Acs è una risorsa per il Comune – spiega. Questa società produce utili, inoltre questo servizio deve essere gestito dal Comune che ne può trarre un vantaggio economico». Greco, inoltre, mette in evidenza come, in passato, ci siano stati servizi affidati assumendo «una condotta poco regolare. Non è corretto affidarli travalicando un bando pubblico, violando anche i principi della società in house».
Dai banchi della maggioranza, Ida Grella, sottolinea come Acs sia «un’azienda autosufficiente», mentre dal lato opposto, Domenico Palumbo (“La svolta”) pur annunciando il suo voto favorevole, ammonisce l’amministrazione: «Non ha mai svolto il ruolo di controllore». Alberto Bilotta (Udc) invita l’amministrazione a tempi celeri sui pagamenti dei debiti «e non come avvenuto con il Teatro. L’aula ha deliberato, ma ancora non è stato fatto nulla».
Molto più duro, invece, l’intervento di Giancarlo Giordano (Si può). Inizialmente sottolinea il mancato controllo da parte del Comune su Acs «com’è successo anche sul teatro» poi rincara la dose: «In questa città, tra Teatro e Acs, è successo che un sistema politico e di potere si è appropriato di aziende pubbliche per portare acqua al mulino di qualcuno. Questo porta allo snaturamento di un’azienda che ha la capacità di autofinanziarsi. In Aula sento parlare di ipotesi future, di vedremo e faremo, invece abbiamo persone, come i dipendenti, che hanno lavorato per anni a nero o senza prendere soldi per non perdere un posto di lavoro malpagato. Nessuno ha controllato su quanto accadeva in Acs».