San Potito – “In attesa dello show down finale del 28 luglio, quando si è aggiornata l’assemblea dell’Alto Calore Servizi con ancora all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio, sul problema dell’acqua e del servizio idrico integrato permane un clima di incertezza alimentato da una vera e propria commedia degli equivoci”. A riferirlo in una nota è il sindaco di San Potito e consigliere provinciale di Sd Giuseppe Moricola.
“Tutti a parole sono per la gestione pubblica del servizio idrico – si legge ancora – Niente di più facile, dunque, avrebbe dovuto essere il passaggio dell’approvazione del bilancio Acs e delle modifiche statutarie necessarie a consentire alla società dell’Alto Calore di poter aspirare alla gestione in house del servizio. Ma tutto ciò non è avvenuto, per due motivi fondamentali: il primo è che il centrodestra non è per la gestione pubblica del servizio idrico integrato. Fa testo, su tutto, il modo in cui la maggioranza della Provincia di Avellino si è schierata sulla questione bocciando l’ordine del giorno presentato dal Centrosinistra Alternativo. Il secondo motivo va rintracciato nella pretestuosità dello scontro tra i due schieramenti. Il centrodestra guidato dall’UdC (che dovrebbe più di altri spiegare ha avviato una prova muscolare con il Pd, chiedendo su tutto e prima di tutto la testa di Maselli (in quel caso l’approvazione del bilancio sarebbe stata una pura formalità!). Una posizione strumentale, considerata la disponibilità dell’attuale CdA dell’Acs a farsi da parte una volta approvato il bilancio, tanto più che i numeri per rimanere oggettivamente non ci sono. Si è giunti, così, all’empasse attuale, grazie anche ad un gioco di sponda ad orologeria che dall’interno del Pd si è inteso offrire alle manovre del centrodestra, invocando una generica intesa istituzionale, più adatta a piccole strategie di potere che alla individuazione di un coerente percorso di avvicinamento e realizzazione entro la data del dicembre prossimo di un servizio idrico integrato totalmente in mano pubblica”.
“Siamo all’assurdo – continua – mentre tutti invocano la politica, la politica lavora a complicare le cose, offrendosi come lo strumento di una regia occulta che gioca a disseminare sul cammino ostacoli, affinchè passi il tempo e non si realizzi la pubblicizzazione del servizio idrico integrato, apprendo così il varco per l’ingresso dei privati nell’affare dell’acqua. Le istituzioni attualmente preposte invece di fare sinergia, si muovono scollegate o, peggio, giocano a scalzarsi, offrendo proposte divergenti (vedi ATO e ACS), ipotesi di lavoro che invece che semplificare il cammino lo complicano ulteriormente. Se non siamo alla torre di Babele, ci siamo molto vicini. Per questo motivo occorre fare ordine in una materia così spinosa, ma soprattutto fare chiarezza, indicare prospettive e tempi credibili per il raggiungimento dell’obiettivo del servizio idrico integrato totalmente pubblico. Il documento approvato dai sindaci e dalle forze politiche del centrosinistra presenti all’incontro promosso dal sottoscritto a San Potito qualche giorno fa andava in questa direzione. Era una traccia concreta su cui lavorare e dal quale ripartire per restituire alla politica la sua funzione propulsiva. Maselli lo assuma come un intendimento programmatico da porre a base della prossima assemblea dell’Alto calore Servizio, sfidando i bizantinismi e le logiche di potere del centrodestra. I sindaci la cui sensibilità è trasversalmente interessata a mantenere pubblico il servizio idrico, mostrino tutta la propria autonomia rispetto a schieramenti e pressioni di ogni tipo, votando il bilancio dell’ACS e chiedendo contestualmente un percorso condiviso ma inequivocabile verso la pubblicizzazione del servizio idrico integrato, rivendicando innanzitutto che gli organismi che sono chiamati a gestire il processo abbiano un consistente dimagrimento numerico e una tensione etica e tecnica cristallina. E’ questo il modo migliore per rivendicare la propria azione di soci delle assemblee consortili, per svolgere un ruolo da protagonisti per una reale svolta che recuperi tempi ed efficacia nelle scelte da compiere. Sappiano che non sono soli in questa battaglia. Lo dimostrano le centinaia e centinaia di cittadini che hanno sottoscritto la richiesta dei referendum per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Lo dimostrano ancora di più gli esiti fallimentari di qualsiasi esperimento di privatizzazione del servizio idrico, con costi più alti e inefficienze ancora più vistose, determinate dalla logica spietata del semplice profitto.
Non è una battaglia ideologica, ma semplicemente una scelta di buon senso dentro un quadro in cui soltanto gli ultimi cantori delle “virtù” del liberismo selvaggio possono sperare di conquistare anche l’acqua ai loro interessi contro quelli generali. La destra va sfidata su questo terreno e il centrosinistra tutto bene farebbe a incalzarla perché espliciti i suoi intendimenti nascosti. Chi è interessato a restituire dignità e senso alla politica, deve chiedere innanzitutto questa chiarezza che su una questione così delicata e complessa faccia finalmente uscire dalla commedia degli equivoci”.