“Assistiamo in questi giorni ad una discussione surreale in seguito all’accordo morale tra il Comune di Caposele e la Regione Puglia. Il governatore Nichi Vendola, giunto in Irpinia in vesti istituzionali, ha legittimamente difeso gli interessi della propria terra”. Così Roberto Montefusco Assemblea Regionale Sinistra Ecologia e Libertà.
“Il punto centrale, che sarebbe miope ignorare, è l’assenza in questa vicenda della politica irpina, di una classe dirigente capace di tutelare gli interessi del proprio territorio, di una Regione che fa la voce grossa per nascondere la totale incapacità di costruire una relazione politico-istituzionale con la Puglia in grado di difendere e tutelare la risorsa idrica irpina e gli interessi di quei Comuni che dall’accordo oggi sono tagliati fuori. Dovrebbero essere coscienti, tutti, che si sta discutendo di un tema assai delicato, di una risorsa, quella dell’acqua, strategica e preziosa per l’Irpinia quanto depredata e saccheggiata in questi anni. La soluzione auspicata da Vendola, quella dell’acquedotto meridionale, è senz’altro in prospettiva condivisibile, ma resta lontana se osserviamo la capacità di concertazione degli attori che dovrebbero esserne protagonisti. Tornando a noi, appare decisamente imbarazzante che oggi si erga a difensore dell’Irpinia chi per anni ha utilizzato enti strategici per la qualità del servizio idrico (l’Alto Calore) come proprio bacino elettorale a scapito di una gestione trasparente ed efficiente dell’ente stesso. Il silenzio sarebbe stato decisamente più decoroso. A qualche mio compagno di partito dico che è quantomeno singolare invocare un giorno la democrazia interna e il pluralismo, e quello successivo proporre scomuniche nei confronti di chi ha sollevato il tema degli interessi dell’Irpinia, del territorio, delle inadempienze e dell’assenza dei livelli istituzionali che quegli stessi interessi avrebbero dovuto tutelare. Sel è una comunità di donne e uomini liberi, che prioritariamente hanno il dovere di difendere il proprio territorio e le proprie comunità. E dovremmo sapere, tutti, che i leader si aiutano praticando autonomia, costruendo classi dirigenti in grado di assumersi responsabilità. Non con l’ossequio aprioristico. E un gruppo dirigente responsabile non piega un tema così delicato, come la difesa delle acque irpine, a polemiche interne. Ma qualcuno, evidentemente, ha ben altre priorità, sia rispetto agli interessi della propria provincia sia, a mio giudizio, rispetto alla definizione di una linea politica utile ed intelligente per il proprio partito”.
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