L’Ato Calore Irpino allerta i vari soggetti gestori del servizio idrico nelle province di Avellino e Benevento circa l’ipotesi di una grave carenza dell’acqua nei prossimi mesi.
Con una nota inviata alle due prefetture di Avellino e Benevento, alla Regione Campania, ai Comuni sanniti e irpini e ai soggetti gestori (Alto Calore Servizi, Gesesa, Irno Service, Consorzio Consorzio Acquedotto Tra I Comuni di Fragneto Monforte e Fragneto L’Abate e Acquedotto Pugliese), l’autorità d’ambito spiega: “Stante ormai la acclarata carenza di eventi meteorici e nevosi della pregressa stagione autunnale, il rischio dell’instaurarsi di una crisi idrica si fa sempre più reale”.
Di qui, l’Ato Calore Irpino individua nel periodo temporale di maggio-giugno il possibile picco di crisi.
“Infatti – si legge ancora nella nota – se alla situazione di ridotta disponibilità della risorsa idrica alle sorgenti si somma anche la grave situazione di fatiscente dell’infrastruttura idrica, a causa della loro lunga datazione che comporta perdite nell’ordine del 50-60%, distribuite nel sistema di captazione, adduzione ed erogazione del servizio, è del tutto evidente che il servizio alle popolazione risulterà seriamente a rischio“.
Dunque il monito ai gestori: “Si rende necessario predisporre per tempo un piano operativo che fronteggi in limiti realistici l’insorgere della crisi. E’ indispensabile che i gestori sulla scorta dei dati storici e in rapporto alla entità degli eventi meteorici prefigurino e proiettino la situazione di disponibilità della risorsa idrica, sia in rapporto alle sorgenti profonde, indicando anche quali delle fonti risultano monitorate e quali invece siano semplicemente stimate, ed esponendo nel contempo la capacità di emungimento in rapporto all’andamento della piezometrica negli ultimi 24 mesi”.
Ancora. “Occorre indicare opportuno piano operativo con il quale fronteggiare l’emergenza, esponendo anche ipotesi e necessità tecnico finanziarie per interventi utili a garantire l’erogazione del servizio su basi omogenee per tutta la popolazione, evitando turnazioni che superino le 12 ore. Evitare, inoltre, di prospettare ipotesi di realizzazione di interventi che comportino oneri finanziari eccessivi e tempi di esecuzione delle opere non compatibili con i tempi previsti per l’instaurarsi della crisi (maggio-giugno) rinviando il problema della realizzazione di interventi risolutivi necessariamente a fasi successive connesse all’individuazione del soggetto gestore di cui alla recente legge regionale 15 del 2015”.