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Acqua, da D’Ercole bordate a Colucci: “Ecco perché ha sempre rinviato l’affidamento in house”

Di seguito la nota dell’ex presidente del CdA dell’Acs Franco D’Ercole:

La sinistra italiana, guidata dal Pd, per anni ha sventolato la bandiera dell’acqua pubblica come mantra per le sue battaglie politiche.

Quando ero presidente di Alto Calore Servizi, nonostante mi fossi schierato, motivatamente, a favore del referendum sulla gestione pubblica del servizio idrico, mi venivano quotidianamente attribuiti, dal PD e dai sindacati ad esso collegati, fantomatici quanto infondati tentativi di privatizzare il servizio.

Improvvisamente tutto è cambiato. Pubblico è brutto! Lo ha deciso il PD che ha fatto approvare in parlamento un emendamento abrogativo della norma che obbliga ad affidare il servizio idrico esclusivamente a soggetti pubblici. E tutti stanno zitti, fatta salva qualche voce isolata.

E’ singolare la coincidenza di questa decisione parlamentare, passata col placet del governo e cioè del ministero dei lavori pubblici, con l’avviata procedura di fusione tra ACS e Gesesa.

Mi astengo da qualsiasi valutazione sul merito della scelta del parlamento, perché mi sembra di maggiore interesse rilevare come le posizioni politiche possano improvvisamente cambiare sulla base di sopravvenute opportunità di gestione del potere, senza alcun riferimento ad un progetto di complessivo interesse per i cittadini.

Ora capisco perché, durante la mia gestione di ACS, l’ATO Calore Irpino, allora come ora guidato da Giovanni Colucci, abbia sempre rinviato, in maniera pretestuosa, l’affidamento in house del servizio.

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