AVELLINO- Bene abolire l’abuso d’ufficio ma improcastinabile una riforma di semplificazione della normativa che definisce i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione. Per il presidente di Sezione della Giustizia Tributaria Paolo Itri, scrittore ed ex pm della Direzione Nazionale Antimafia e della Dda di Napoli prima non è stato mai un problema andare fuori dal coro. E lo conferma la posizione espressa, per la verità già da tempo relativamente all’abolizione del reato di abuso in atti d’ufficio, dove si registra una levata di scudi da parte di tutta la Magistratura. E spiegandoci le sue ragioni Itri lo sottolinea: “La recente abrogazione del reato di abuso d’ufficio, fortemente voluta dal Ministro Della Giustizia Nordio, ha sollevato notevoli obiezioni da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati e di quanti temono il rischio di un abbassamento della soglia etica della
pubblica amministrazione rispetto agli altri Stati firmatari delle Carte internazionali di lotta alla corruzione, anche riguardo all’ultima proposta di direttiva Europea in materia del maggio 2023”. Ma poi ci sono i numeri, quelli forniti dal Governo a sostegno della scelta di abrogare il reato: “Eppure, a ben guardare- spiega Itri- i numeri forniti dal vice Ministro Sisto – secondo cui il 92-93% delle indagini relative all’abuso di ufficio si è risolta in archiviazioni,proscioglimenti e assoluzioni – sembrano avvalorare l’inutilità della previsione penale appena abrogata, cosi dimostrando che tale controversa figura di reato ha in realtà inciso ben poco sul livello di
moralità della nostra Pubblica Amministrazione. E questo nonostante che le diverse modifiche apportate alla norma nel corso tempo ne abbiano progressivamente (e giustamente) ristretto ľ’ambito applicativo, per delimitarlo alle sole condotte concretamente meritevoli della sanzione penale, con esclusione quindi della mera illegittimità del provvedimento amministrativo, comunque rimediabili mediante ricorso al TAR o al giudice civile, ovvero sanzionabile attraverso il risarcimento dei danni e la responsabilità erariale davanti alla Corte dei Conti”. L’ex pm antimafia però avverte: non resti una riforma a metà. Per Paolo Itri ora il Guardasigilli dovrà mettere mano alla parte più importante della riforma. Semplificare un quadro normativo relativo alla pubblica amministrazione: “Così, nel dibattito politico si è sostenuta per anni e da più parti la necessità della totale abrogazione del reato di abuso d’ufficio quale unico rimedio possibile per correggere il fenomeno della “amministrazione difensiva”- scrive Itri- ossia di quell’approccio alla gestione della cosa pubblica caratterizzato da una eccessiva cautela, fino ad arrivare alla paralisi decisionale, la cosiddetta “paura della firma”, per il ricorrente timore dei pubblici amministratori e funzionari di incorrere nellapertura di una qualche indagine penale a causa della eccessiva indeterminatezza (qualcuno ha parlato addirittura di evanescenza) di tale fattispecie di reato. Ma perché si è arrivati a un tale stato di cose? E perché solo in ltalia? In un recente convegno tenutosi nella prestigiosa cornice del teatro San Carlo, ebbi gia l’occasione di rappresentare al Ministro Nordio come la riforma delle riforme, non solo della giustizia, ma dello stesso rapporto tra Stato e cittadino, non possa prescindere da una radicale semplificazione delle procedure. La sburocratizzazione dell’impianto normativo della Pubblica Amministrazione rappresenta in Italia una emergenza non più rimandabile””. A testimoniarlo il fatto che, continua Itri: ” forse non tutti sanno che il nostro Paese detiene il record mondiale della produzione legislativa. La bulimia del Parlamento si traduce in migliaia e migliaia di leggi a volte inutili, spesso astruse e di controversa interpretazione, se non addirittura sgrammaticate. A volte leggere un testo di legge è un’opera faticosissima. Non vi è comma articolo di legge che non rinvii a un diverso comma di un altro articolo di una ulteriore legge, e così via, fino a quando, a forza di rinvii su rinvii, l’interprete non finisce per dimenticare da dove abbia iniziato a leggere e che cosa stesse precisamente cercando. Il
risultato è che spesso il significato di una norma è talmente involuto e criptico da risultare da risultareincomprensibile anche al più preparato dei giuristi. Ebbene, è proprio questa incertezza che ha reso così vaga e indeterminata la norma sull’abuso d’ufficio, e che ne ha ostacolato una corretta applicazione da parte dei giudici e soprattutto dei pubblici ministeri. La verità, infatti, è che il reato di abuso d’ufficio era diventato una specie di bomba ad orologeria pronta ad esplodere sotto la scrivania del.burocrate o del politico di turno. Ed è per questa ragione che bene ha fatto il legislatore ad abolirla, almeno per il momento, fino a quando non interverrà una radicale semplificazione dell’intero quadro normativo, cosi da ripristinare chiarezza e trasparenza nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e privato cittadino”.
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