AVELLINO- Un errore. Nonostante censuri l’uso improprio che in alcuni casi è stato compiuto negli anni, il penalista Luigi Petrillo, anche controcorrente rispetto alla maggioranza dei suoi colleghi boccia l’abrogazione del reato di abuso in atti d’ufficio approvata qualche giorno fa in Parlamento. Anche per la funzione di “prevenzione generale” che la norma ha rappresentato in particolare nel Mezzogiorno. “Vado sostenendo da tempo ed anche in disaccordo con molti colleghi penalisti- ci ha spiegato il penalista Luigi Petrillo- che l’ abolizione dell’ abuso in atti d’ ufficio è un grave errore: ciò lo si può avvertire ancora di più in una stagione nella quale prende forma con sempre maggiore evidenza una politica criminale e dell’ ordine pubblico securitaria ed autoritaria”. Ed e’ chiaro che per Petrillo il perimetro dell’abolizione ha una portata piu’ ampia di quella limitata alla semplice questione di sindaci e amministratori: “Con l’ abolizione viene meno l’ unico presidio offerto al cittadino contro l’ uso improprio del potere. Aggiungo che in territori come i nostri la norma, a mio parere, svolgeva anche funzione di prevenzione generale”. Non manca un riferimento a come negli anni sia stata anche impropriamente utilizzata la norma: “Certo, non può dimenticarsi che certa magistratura spesso ne abbia fatto un uso improprio, a sua volta abusando del suo potere, ma l’ art.323 poteva essere semplicemente migliorato, senza abborracciare altre norme asseritamente sostitutive (vedi la rimodulazione del traffico di influenze) che hanno il gran pregio di complicare ulteriormente il già confuso statuto penale della Pubblica Amministrazione.”
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