Abuso d’ufficio cancellato, ad Avellino effetto su centoventi procedimenti

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AVELLINO- Centoventi procedimenti pendenti tra noti e ignoti. E’ l’impatto in termini numerici dell’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale, l’abuso in atti d’ufficio, inserito nell’ultimo pacchetto di riforme sulla Giustizia voluto dal Guardasigilli Carlo Nordio. Si tratta per lo più di amministratori pubblici e dirigenti, ovviamente e’ da segnalare che per la gran parte dei procedimenti ci sono esposti e parti offese che, a meno di una riqualificazione del reato (in alcuni casi potrebbe essere anche valutata una nuova contestazione come la turbativa d’asta o il peculato o ancora il falso ideologico) resteranno senza riscontro alle loro richieste di giustizia. I numeri sono piuttosto alti, anche se la Procura guidata da Domenico Airoma avrebbe sin dall’inizio dell’anno, quando la prospettiva di una abrogazione totale del reato si era fatta più concreta, limitato le nuove iscrizioni di procedimenti legati proprio all’abuso in atti d’ufficio. Una scelta abbinata evidentemente ad un epilogo ormai definito, quello della fine del reato, “sostituito” dal peculato per distrazione. Quindi per almeno un centinaio di “colletti bianchi”, come vengono definiti funzionari pubblici e amministratori, non ci sarà alcun processo. Si tratta anche di indagini “eccellenti”, dove era contestato l’abuso in atti d’ufficio insieme ad altre ipotesi di reato.
LA NORMA
La norma abrogata punisce la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto, o negli altri casi prescritti, procura intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o arreca ad altri un danno ingiusto.
I MOTIVI
Alla base della scelta di cancellare il reato il ministro Nordio ha fornito i numeri che testimonierebbero la debacle del reato. Il numero complessivo di condanne che nel 2021 assomma a 18 casi in dibattimento, a riprova che i fatti riconducibili al reato di abuso d’ufficio è ridottissimo; non muta la valutazione delle ulteriori 9 condanne davanti al GUP e 35 sentenze di patteggiamento. Nonostante i diversi interventi normativi succedutesi dal 1990 (1990-1997-2012-2020) ad oggi volti a dare maggiore determinatezza alla disposizione, il numero di iscrizione nel registro degli indagati rimane alto; 4.745 nel 2021 e 3928 nel 2022, di questi procedimenti 4.121 sono stati archiviati nel 2021 e 3536 nel 2022.