A26, crollano pezzi della galleria Berté. Sulla sicurezza la Procura di Avellino ci aveva visto giusto

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E’ di qualche ore fa la notizia del crollo sulla strada di un pezzo della galleria Berté, lungo la A26 dei trafori, all’altezza di Masone, in Liguria. Fortunatamente nessuno dei blocchi di cemento da decine di kg è finito sulle auto di passaggio, provocando un’altra strage dopo quella del ponte Morandi (43 vittime), avvenuta a pochi chilometri di distanza dal luogo dove sono crollati i pezzi di soffitto, o di Acqualonga del 28 luglio 2013 (40 morti).

Una roulette russa che non si può sopportare, perché ormai a questo si è ridotto un viaggio sulle autostrade italiane. Non a caso gli ultimi due esecutivi, entrambi presieduti dal Premier Giuseppe Conte, continuano a interrogarsi su se e come revocare la concessione delle autostrade all’Atlantia dei Benetton.

Dopo l’ultimo crollo in galleria, la Ministra per le Infrastrutture e i Trasporti Paola De Micheli ha convocato l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi ed Enrico Valeri, responsabile del coordinamento viabilità ed operations di Aspi.

Il dato più allarmante emerso dall’incontro è il fatto che la galleria sull’A26 in cui si è verificato il cedimento di parte del soffitto aveva appena superato positivamente i controlli di sicurezza.

E sulla sicurezza delle nostre autostrade se ne sta occupando già da tempo la Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore capo Rosario Cantelmo. Il magistrato, insieme al sostituto Cecilia Annecchini, è titolare di due inchieste su Autostrade, entrambe riguardano le barriere laterali dei viadotti. In odore di partenza anche un’inchiesta-ter, relativa appunto alle gallerie autostradali.

L’indagine parte dalla “Montemiletto”, insistente sull’A16 Napoli-Canosa tra le uscite di Baiano e Benevento, per cui la Procura ha chiesto della documentazione alla Commissione Permanente Gallerie del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e all’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma.