A 30 anni dalla scomparsa, Raffaele La Sala ricorda Nicola Adamo

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Atripalda – Sono passati già 30 anni da quel terribile schianto sulla variante che uccise Nicola Adamo, “un galantuomo e politico di razza, responsabilmente impegnato tra la gente e per la gente”. Nel 30esimo anniversari della sua morte, Raffaele La Sala ricorda la sua figura.

“Nicola era un avversario, ed eravamo addestrati, con solida, reciproca diffidenza, noi e loro, ad essere contro: nonostante Berlinguer, Moro, i compromessi storici e le strategie dell’attenzione… che si sperimentavano anche sulle rive del Sabato. Ricordo la commozione unanime ed il cordoglio pubblico, non mi sembrarono né casuali né ipocriti. Nicola Adamo era un deputato tra la gente e aveva una parola affilata o affettuosa per tutti. Nicola Adamo, a prescindere da ogni valutazione di merito e giudizio di parte è stato, senza dubbio, uno dei politici di razza del secondo dopoguerra in Irpinia. Ne ho scritto un breve profilo per il Dizionario Biografico degli Irpini (Sellino Editore) e l’ho più volte documentato nel volume Atripalda, storie ed immagini dal ‘900. Purtroppo non ho mai avuto occasione di un confronto politico diretto e di un rapporto profondo ma, da giovane militante dei movimenti cattolici e poi della Democrazia Cristiana, tra il 1970 ed il 1980, più volte l’ho ascoltato con curiosità ed interesse, apprezzandone le qualità di abile negoziatore e di politico, capace di affascinare e trascinare. Mi colpiva che non trascurasse occasione per sondare, capire anche chi, per esplicita militanza, era dall’altra parte: per esempio quando ci faceva salire nella millecento bianca per accompagnarci ad Avellino, noi sempre a caccia di un ‘passaggio’. Oltre che in numerose cerimonie ufficiali, che seguivo nella doppia veste di militante e di giornalista, lo ricordo in occasione di alcuni incontri preparatori tra delegazioni di partito per il Prg. Oggi lo posso dire… non ci si capiva molto, anche perché forse il confronto era già avvenuto… altrove, ma erano comunque lezioni di ‘politica’, spicciola quanto si vuole, ma non priva di fascino, per chi – come me – ne era stato ‘contagiato’. Ricordo anche dibattiti aspri e carichi di ‘passione’, comizi infuocati, ma allora o si era ‘bianchi’ o si era ‘rossi’ (e qualcuno era anche ‘nero’), e si militava ignorando le infinite sfumature di… grigio che oggi spesso appannano idee e speranze. Poi ci fu anche il dossier di Croce e… dilizia, al quale partecipai come revisore di bozze. Fu una vera e propria indagine ‘politica’, sulle ‘responsabilità’ vere o presunte della caotica espansione edilizia cittadina. Dimostrammo che, pro quota, nessun partito poteva ritenersi estraneo a quelle scelte, neppure il partito, il PCI, di chi tuonava (e Nicola Adamo tuonava) contro la ‘speculazione’. Gli anni per fortuna smussano le asperità, e stemperano i contrasti, e forse la passione di quegli anni può già essere, nonostante tutto, oggetto di rimpianto”.

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