Questa mattina, a Roma, presso l’Auditorium di via Rieti, verrà presentato la settima edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo 2012” a cura della Fondazione Migrantes.
L’emigrazione italiana oggi
Nel 1861 gli italiani all’estero erano 230mila su una popolazione di 22 milioni e 182mila residenti (incidenza dell’1%). Al 1° gennaio 2012, aumentati complessivamente dopo un anno di 93.742 unità, i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono 4.208.977 (per il 47,9% donne) e incidono sulla popolazione residente in Italia nella misura del 6,9%. Gli oriundi, invece,sono stimati oltre i 60 milioni. Queste statistiche sono approssimative per difetto, perché non è possibile registrare tutti quelli che continuano ad emigrare. Sono numerosi, infatti, i giovani che lasciano alle loro spalle una situazione di precarietà e si recano all’estero (talvolta con ripetuti spostamenti e senza un progetto definitivo), facendo perno per lo più sulle reti familiari; spesso all’inizio non hanno una buona conoscenza della lingua del posto, ma quasi sempre sono provvisti di un’adeguata qualificazione per inserirsi nel mondo produttivo e della ricerca. Le mete preferite sono la Germania, il Regno Unito e la Svizzera, ma non manca chi si dirige in paesi più lontani. Il viaggio diviene, così, centrale nel loro percorso culturale e professionale. Secondo recenti sondaggi (Eurispes 2012) quasi il 60% degli italiani tra i 18 e i 24 anni si dichiara disposto a intraprendere un progetto di vita all’estero. A essere più sfiduciati delle opportunità offerte in Italia sono quelli di 25-34 anni, più le donne che gli uomini, più nel Nord e nel Centro che nel Sud e nelle Isole. Tale percezione è diffusa anche tra i giovanissimi e, tra l’altro, la sfiducia aumenta quando il titolo di studio posseduto è più elevato. In linea con questi dati, dall’Aire si evince come, nel decennio appena trascorso 2000-2010, 316.572 giovani non ancor quarantenni hanno lasciato l’Italia. Il flusso ufficiale è dunque pari a poco più di 30mila l’anno. Il dato però appare in difetto, visto che secondo vari sondaggi indipendenti soltanto un espatriato su due si iscrive a questo registro del ministero degli Interni (peraltro obbligatorio). Moltiplicando quindi il dato per due si avrebbe un totale ufficioso di almeno 60mila giovani che espatriano ogni anno, lo stesso fornito da una ricerca di Confimpreseitalia, che in base all’incrocio di dati dei ministeri dell’Interno ed Esteri facendo riferimento ai ragazzi tra 20-32 anni, ha stimato proprio in 60mila i giovani emigranti, ogni anno. Inoltre, per inquadrare in maniera completa il fenomeno della mobilità bisogna tenere conto, quindi, dei flussi tradizionali e dei nuovi flussi, stabili o pendolari, come anche dei lavoratori stagionali (59 mila solo verso la Svizzera) e delle migrazioni interne, anche queste ancora consistenti (109 mila si sono trasferiti dal Meridione nel Centro Nord).
Scheda di sintesi – dati su provincia di Avellino
Dal 2007 ad oggi, l’Irpinia perde oltre 2000 abitanti l’anno
In provincia di Avellino, ed in particolar modo in Alta Irpina, non possiamo parlare più di inarrestabile processo emigratorio, bensì risulta più corretto, stando agli ultimi dati, parlare di desertificazione inarrestabile. Infatti, negli ultimi cinque anni ci sono state oltre 10.000 nuove iscrizioni all’Aire. Si è passati dai 90.944 iscritti del 2007 ai 100.916 del 31 dicembre 2011. Se di queste il 30% sono nuove iscrizioni per nascita all’estero e, se aggiungiamo un 10% c.a. di riallineamenti dei dati effettuati dagli anagrafi comunali, la provincia di Avellino ha visto verso l’estero, stando ai dati ufficiali, oltre 6mila partenze nell’ultimo cinquennio. Inoltre, stando a diverse indagini indipendenti, solo 1 italiano su 2 si iscrive, nonostante l’obbligatorietà, all’Aire. Quindi rispetto al 2010, nel 2011 l’Irpinia vede aumentare il proprio contingente verso l’estero di 1000 unità. Duplicando il dato e aggiungendo ad esso c.a. il 30% di mobilità interna, che di atto compensa lo stesso dato relativo alle nascite all’estero, possiamo tranquillamente affermare che la provincia di Avellino perde un piccolo Comune di 2mila abitanti l’anno. Riassumendo, analizzando il trend nell’ultimo decennio della provincia di Avellino – la quale stando a dati (ancora provvisori) dei censimenti 2001 e 2011 passa complessivamente dai 431.179 ai 430.292 – possiamo asserire che il deficit demografico viene interamente assorbito dalla presenza degli stranieri regolari, che sono complessivamente c.a. 12mila e rappresentano il 3% della popolazione residente. Scendendo nel dettaglio dell’analisi e esaminandone l’incidenza, ovvero la percentuale di residenti all’estero rispetto alla popolazione residente nei singoli Comuni, notiamo come nei primi 100 Comuni campani ben 44 sono della Provincia di Avellino; 34 Salerno; 19 Benevento; 3 Caserta; nessuno per la provincia di Napoli. Il primi comune partenopeo e quello di Massa Lubrense che si classifica al 192 posto sui 551 Comuni campani con il 22,4%. I primi tre Comuni della Campania sono rispettivamente: Castelnuovo di Conza (SA) con il 347,4%; Santomenna (SA) 205% e Cairano (AV) con il 142,6%.